Ed eccola che arriva,
la luna,
facendo rotta fuori da un gregge di nuvolette screziate che sfuma in una vaga iridescenza;
e, man mano che veleggia verso l’alto,
stende uno smalto vitreo sulle tracce dei pattini lungo la strada,
dove ogni scintillante grumo di neve è messo in risalto da un’ombra turgida.
…
Davvero incantevole, davvero solitario.
Ma che cosa ci faccio io là,
in quello stereoscopico paese dei sogni?
Come ci sono arrivato?
…
Le vibrazioni dentro le mie orecchie non sono più le campanelle di slitte che si allontanano,
ma sono il canto del mio vecchio sangue.
Tutto è immobile, ammaliato,
soggiogato dalla luna, specchietto retrovisore dell’immaginazione.
Però la neve è autenica e,
nel chinarmi a raccoglierne una manciata ,
sessant’anni mi si sfarinano fra le dita
in uno sfavillante pulviscolo di ghiaccio.