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Dormiveglia del mattino.
La percezione del tempo sfuma via concettualmente.
Un grembo materno artificiale distanzia la luce del giorno.
Sensazioni d’infanzia infondono serenità.
Un’incosciente, soffusa innocenza prende campo.
Strambi pensieri cullano la dimensione del mezzosogno.
Più la pioggia batte e il freddo aumenta,
più le distanze divengono incolmabili.
Il mondo fuori non c’è più.
Oltre l’orizzonte onirico si perde ogni cosa.
La realtà si allontana, non più concepibile.
La fuga si concretizza nell’abbandono dei sensi.
Mezzosogno al cloro.
Soffici pensieri veleggiano fra le maglie del dormiveglia,
irrefrenabili.
La realtà rimane imbrigliata fra le trame e gli orditi
di tessitori lontani.
Il nostro tempo non è il loro,
seppur per piccolinfinitistanti.