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Adele
20 venerdì Gen 2012
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20 venerdì Gen 2012
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RadiOsteria consiglia “If it hadn’t been for love” dell’artista britannica Adele Laurie Blue Adkins. Adele, timbro nero, avvolgente -voce blues da Mississipi- è una delle poche novità musicali “emerse” degli ultimi anni. Si ispira ad Ella Fitzgerald, e -a quanto pare- se la cava piuttosto bene.
20 venerdì Gen 2012
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20 venerdì Gen 2012
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Gran Bretagna, anni 70. Il capo dei servizi segreti, Control (un azzeccatissimo John Hurt), invia l’agente Prideaux (Mark Strong) in Ungheria: la missione fallisce, Prideaux viene ucciso, e Control è costretto a lasciare il Circus; con lui, se ne va anche George Smiley (uno straordinario Gary Oldman), suo stretto collaboratore. Poco dopo Control muore, e Smiley viene riassunto segretamente dal sottosegretario al governo per indagare sulla possibile presenza di una talpa russa ai vertici dei servizi segreti.
_____Insegui la talpa in FilmOsteria____
19 giovedì Gen 2012
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Tempo fa mi trovavo nei pressi di Page, angusta cittadina al confine fra Arizona e Utah. Ero a bordo di una jeep indiana diretta all’Antelope Canyon, luogo sacro dei nativi d’America.
Tutto intorno un deserto di sassi e sabbia a perdita d’occhio, interrotto soltanto da un orrendo opificio grigio, grigio come il fumo che le ciminiere sparavano nel cielo terso e sconfinato degli Stati Uniti. Incuriosito, chiesi all’Indiano Navajo (la cui anima con ogni probabilità è schizzata nella mia) alla guida del mezzo: “What is it?”- ed egli, sorridendo, rispose: “Oh… it makes clouds!”.
In seguito scoprii che quel mostro di cemento genera energia per una vastissima porzione di territorio, e che forse per questo motivo il ragazzo ne accettava con ironia l’ingombrante presenza, quasi fosse il minimo di quanto è stato imposto -nei secoli- a un popolo espropriato progressivamente delle proprie origini e dei propri territori dagli spietati conquistatori europei.
19 giovedì Gen 2012
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19 giovedì Gen 2012
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19 giovedì Gen 2012
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19 giovedì Gen 2012
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L’anno è il 2008. Joaquin Phoenix decide di chiudere col cinema e di incidere un disco di musica rap. Il cognato Casey Affleck segue così questa sua fase di passaggio, documentando le travagliate giornate di un Phoenix irriconoscibile.
Barba incolta, foltissima, l’aspetto trasandato, gli abiti sdruciti, l’attore ingrassa notevolmente nel corso del film, fino ad apparire sformato; Affleck lo immortala in altalene d’esaltazione e depressione, nell’intimità più totale, alle prese con ogni tipo di eccesso, e ne esce fuori una figura goffa, un Morrison ultimi tempi, che finisce quasi con l’intenerire lo spettatore.
E’ un documentario interessante, dato che mostra ogni cosa senza apparenti artifici: Joaquin Phoenix è al tempo stesso splendido e inguardabile; interpreta alla perfezione la propria parabola discendente, tanto da sembrare vero.
Si discusse a lungo sulla veridicità del prodotto, sul reale abbandono delle scene da parte dell’attore portoricano, sul fatto che fosse soltanto un’astuzia commerciale; a maggior ragione, adesso che sappiamo che Phoenix sta lavorando a nuovi progetti cinematografici, il dubbio potrebbe essere legittimo.
Ma perchè –mi chiedo– un attore all’apice del successo avrebbe dovuto denigrare se stesso in modo così evidente?
Voglio fidarmi del folle Phoenix, e pensare che ci abbia semplicemente voluto mostrare il demone barbone che porta con sè.
18 mercoledì Gen 2012
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18 mercoledì Gen 2012
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Dialoghi tratti da “Frankenstein Junior”,
il capolavoro di Mel Brooks:
-“Sono un chirurgo di fama mondiale,
posso fare qualcosa per quella gobba”.
“Quale gobba?”
-“Igor, aiutami a portare queste due”(indicando le valigie).
“Lei prenda la bionda, io questa qui con il turbante”.
-“Igor cosa ci fai tu qui?”.
“Ho sentito dei rumori sospetti
e sono sceso giù con il monta vivande,
ho fatto un colpo gobbo”.
18 mercoledì Gen 2012
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