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Riporto qui di seguito un passaggio di “Tenera è la notte” di Francis Scott Fitzgerald:

Dick aveva imparato da suo padre i bei modi un po’ imbarazzati del giovane del sud emigrato nel nord dopo la guerra civile. Spesso li usava e ogni volta li disprezzava, perchè non erano una protesta contro la bruttezza dell’egoismo, ma contro la bruttezza delle apparenze di esso“.

Prendo spunto da questo breve passo sull’ipocrisia umana per tentare di analizzare con leggerezza alcune fasi dei rapporti interpersonali.

L’allegra analisi prosegue lungo le scarpate scoscese de “Il Precipizio”