1973, Las Vegas. Sam “Asso” Rothstein (Robert De Niro), scommettitore dalle doti fuori dal comune al soldo della mafia italo-americana, viene ricompensato dal capo clan Remo Gaggi con la direzione di un grande casinò, il Tangiers.
“Gestire un casinò è come derubare una banca senza poliziotti in giro. Per gente come me, Las Vegas purifica dai peccati. È come un lavaggio macchine della moralità” – dice Rothstein all’inizio del film, in una frase che introduce alla perfezione il suo personaggio.Las Vegas è il terreno di caccia ideale per Asso, un uomo che conosce ogni regola del gioco d’azzardo, dalla pura forma estetica del grande meccanismo ai trucchi più subdoli utilizzati da bari d’ogni sorta.
Rothstein s’inserisce così rapidamente nel sistema, lavorando su ogni minimo aspetto del casinò, moltiplicando i profitti del medesimo in forza di una gestione a tutto tondo di un’impresa in cui si controlla ogni cosa ad eccezione delle scremature sugli incassi.
Aumentano i profitti e di conseguenza aumentano gli introiti sommersi dei mafiosi di Kansas City, e la famiglia di Gaggi decide così di tutelare l’operato dell’imprenditore, assegnando al gangster Nicky Santoro (Joe Pesci) la sua sorveglianza: inizialmente Nicky, amico d’infanzia di Rothstein, vigila a distanza su Asso e sull’attività del casinò, ma poi decide di trasferirsi in pianta stabile a Las Vegas, dove troverà un ambiente vergine in cui sviluppare i suoi metodi caratterizzati da violenza ed estorsioni.
“In un casinò, la regola principale è di continuare a far giocare i clienti, e di farli tornare il giorno dopo. Più giocano e più perdono. Alla fine becchiamo tutto noi” – spiega Rothstein, che, per alimentare ulteriormente questo circolo vizioso, assolda Ginger (Sharon Stone), un’affascinante ed avida truffatrice nel giro della droga e della prostituzione. La donna, legata profondamente al suo pappone Lester (James Woods), conosce Las Vegas e i desideri di chi la frequenta, e distribuisce con disinvoltura sesso e stupefacenti ai clienti e mazzette ai parcheggiatori, contribuendo al successo di Asso e del Tangiers.


