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FilmOsteria

Parigi. Dodo esce all’alba da una discoteca dopo una notte d’eccessi. Nel piano sequenza iniziale seguiamo il tragitto del suo scooter in una città semideserta, e il successivo e tragico incidente che lo conduce in ospedale in condizioni disperate.

 

Gli amici di sempre accorrono immediatamente, e sfilano silenziosi e impotenti al suo capezzale. Dopo essere stati rassicurati dai medici, decidono di partire comunque per la vacanza che trascorrono ogni anno a Cap Ferret, dove Max, membro benestante della ristretta cerchia, possiede una villa a pochi passi dal mare. L’alibi che il gruppo costruisce per la “fuga” è basato sull’impossibilità di intervenire ed aiutare Dodo e sulla consapevolezza del lento ed isolato decorso cui sarà sottoposto l’amico.

 

 

Giunti sulla costa atlantica, uomini, donne e bambini ripercorrono fedelmente il canovaccio su cui si sviluppano le loro dinamiche estive, fra jogging, bagni, gite in barca e pranzi di pesce dall’amico Jean-Louis, quasi a voler sfuggire il pensiero di Dodo, quasi a circoscriverlo in una parentesi mnemonica dai tratti incerti e trasognati.

La storia di Guillaume Canet prosegue in FilmOsteria, subito dietro Cap Ferrat