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osteriacinematografo

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Archivi Mensili: Maggio 2012

Cosmogonia d’Osteria

25 venerdì Mag 2012

Posted by osteriacinematografo in Pensieri

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Prima del volo

Il Precipizio

L’uomo mi indispone.

Dice: “La terra trema dove non dovrebbe”.

Dice: “Mai vista un cosa del genere” (Lo dice continuamente).

Dice: “Quella costruzione stava lì da più di mille anni”.

Certo, mille anni rappresentano un tempo abbondante per la specie umana, ed è invece uno spazio piccolissimo per il pianeta, ancor più minuto per il cosmo.

L’uomo è arrogante, perchè parla del pianeta come fosse suo.

In realtà siamo noi ad appartenere al pianeta.

Il viaggio Osteria-Cosmo prosegue ne Il Precipizio

Gino Sampaolesi

20 domenica Mag 2012

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Galleria

Galleria

Mezzo soprano guarda mani di suonatore di oboe senza oboe

Dark shadows

19 sabato Mag 2012

Posted by osteriacinematografo in film

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Fermo Immagine

Scene da ricordare

Johnny Depp interpreta Barnabas Collins nell’ultimo lavoro di Tim Burton

Dark shadows

19 sabato Mag 2012

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Titoli di testa

FilmOsteria

Alla fine del diciottesimo secolo, i coniugi Collins e il figlio Barnabas lasciano l’Inghilterra e approdano sulla costa orientale americana in cerca di fortuna.  Si insediano nel Maine, dove Joshua e Naomi Collins avviano un’impresa ittica che in breve diviene un impero commerciale, al punto che la cittadina in cui risiedono  viene battezzata come Collinsport.

 

Rimasto orfano in circostanze misteriose, Barnabas cresce nell’agiatezza e si lascia sedurre dal fascino irresistibile della serva Angelique Bouchard, finchè non conosce l’incantevole Josette DuPres, di cui s’innamora perdutamente. Angelique, folle d’amore e accecata dalla gelosia, utilizza la magia per spingere Josette al suicidio e maledire Barnabas: dapprima tramuta l’uomo in un vampiro e poi lo seppellisce, condannandolo al buio di una bara per quasi duecento anni.

 

 

Corre l’anno 1972 quando Barnabas riacquista accidentalmente la libertà, ritrovandosi d’un balzo in un mondo completamente diverso rispetto a quello che aveva lasciato. L’impero Collins si è sgretolato, e la splendida tenuta di famiglia –Collinwood Manor- ha perso l’antico splendore.

 

Nella magione risiedono ancora i discendenti della bizzarra famiglia Collins: l’enigmatica Elizabeth Collins Stoddard, il suo insulso e impalpabile fratello Roger,  i loro rispettivi figli, la ribelle Carolyn e lo stralunato David; la dottoressa Julia Hoffman, un’eccentrica psichiatra dedita all’alcool, e Willie Lomis, il bislacco custode di Collinwood. Allo strampalato quintetto si aggiunge ben presto l’istitutrice di David, Victoria Winters, una fanciulla dai tratti incredibilmente simili a quelli di Josette.

Le acrobatiche avventure di Barnabas Collins proseguono in FilmOsteria

Anonimo fiorentino

17 giovedì Mag 2012

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Galleria

Galleria

“Città ideale” di Baltimora (1470-1480)

Jailhouse rock – Elvis Presley

16 mercoledì Mag 2012

Posted by osteriacinematografo in Soundtrack

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Soundtrack

Soundtrack

RadiOsteria consiglia “Jailhouse rock”, irresistibile brano scritto da Jerry Leiber e Mike Stoller, portato al successo nel 1957 da Elvis Presley (1935-1977), l’incontrastato e inafferrabile re del rock’n’roll. Quando la musica era gran musica e valeva una mancata evasione. 

 

Shifty Henry said to Bugs, “For Heaven’s sake,
no one’s lookin’, now’s our chance to make a break”
Bugsy turned to Shifty and he said, “Nix nix,
I wanna stick around a while and get my kicks”
Let’s rock, everybody, let’s rock
Everybody in the whole cell block
was dancin’ to the Jailhouse Rock

5 maggio 1981

14 lunedì Mag 2012

Posted by osteriacinematografo in Pensieri

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Titoli di testa

Il  5 maggio 1981 compivo sei anni. Non ricordo nulla del mio compleanno di seienne, ma -certamente- ci furono una torta, sei candeline, la famiglia e gli amichetti dell’epoca a festeggiarmi.

 

Un altro fatto certo è che quel giorno, il 5 maggio 1981, morì Bobby Sands, dopo uno sciopero della fame di 66 giorni, organizzato per rivendicare il proprio status di prigioniero politico. Non ne sapevo nulla allora, e non ne sapevo nulla fino a pochi giorni fa, quando mi è capitato di vedere il film “Hunger” di Steve McQueen.

Non sapevo che il 5 maggio 1981 fosse stato un giorno tanto importante: l’importanza in questione era per me circoscritta al sesto anniversario della mia nascita, mentre in quello stesso giorno un uomo irlandese di 27 anni terminava il proprio ciclo vitale, dopo aver lottato con ogni mezzo per l’indipendenza del suo Paese.

Come rimane discutibile l’operato dell’IRA, è ancor più condannabile l’occupazione britannica in Irlanda del Nord, ma in questa sede non voglio occuparmi di politica internazionale, o non soltanto di ciò. A me interessano le persone, le idee che le animano o le hanno animate.

Lo sciopero della fame prosegue all’interno del blocco H di Maze, ed oltre

Hunger

11 venerdì Mag 2012

Posted by osteriacinematografo in immagini

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Fermo Immagine

Scene da ricordare

Michael Fassbender in una scena del film di Steve McQueen

Hunger

11 venerdì Mag 2012

Posted by osteriacinematografo in film

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Titoli di testa

FilmOsteria

Irlanda del nord, anni 70. Margaret Thatcher, primo ministro d’Inghilterra, ha abolito lo status di prigioniero politico, e i detenuti appartenenti all’IRA debbono sottostare al regime carcerario ordinario, subendo la sorte e la destinazione dei criminali comuni.

 

In seguito a tal decisione, i membri della resistenza armata irlandese detenuti a Long Kesh –più noto come Maze (Labirinto)- decisero così di porre in essere una serie di atti di protesta eclatanti: nel 1976 diedero  vita alla protesta delle coperte (blanket protest), rifiutando di indossare l’uniforme carceraria ;  nel 1978 procedettero alla “protesta dello sporco “ (dirty protest), una sorta di sciopero dell’igiene in base al quale i detenuti rifiutavano ogni forma di pulizia, imbrattando i muri coi propri escrementi e inondando d’urina i corridoi.

 

Dopo alcuni anni trascorsi in carcere in condizioni disumane, i paramilitari dell’IRA, nel 1980, intrapresero il primo sciopero della fame, durato quasi due mesi, fino al momento in cui il governo inglese promise rapidi cambiamenti del loro regime carcerario. Ciò non avvenne mai,  e Bobby Sands, divenuto ufficiale comandante dell’IRA a Long Kesh, il primo marzo del  1981, iniziò uno sciopero della fame che lo condusse alla morte, poco più di due mesi dopo. Entro l’agosto di quello stesso anno, morirono in modo analogo altri nove militanti dell’IRA detenuti a Maze.

 

Il film del regista inglese Steve McQueen si rivela un esercizio estetico di puro cinema: mostra la realtà senza filtro e senza artifici di sorta, rifiutandosi di raccontare in modo canonico. Le parole non servono, o ne servono poche per mostrare lo squallore e la crudezza della realtà carceraria, che qui si rivela in una nera magnificenza che diviene spirale di morte.

La lenta agonia di Bobby Sands prosegue in FilmOsteria

Festa di compleanno

09 mercoledì Mag 2012

Posted by osteriacinematografo in Poesie

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Poesie

Poesie d’Osteria

 

Il portone antico

Un materasso abbandonato

Tavole di legno in cerca d’istruzioni

Una vecchia bici

L’esile telaio cigola e si protende verso l’esterno

Osteriacinematografo su sfondo ocra

Il giardino delle primizie

 

Una tempesta verde e silenziosa

gioca a nascondino a ridosso del centro storico

Le rose esplose e i papaveri in cerca di vie di fuga aerea

Albicocche acerbe a frastagliare le fronde d’un mare alberato

Un fico costeggia il manto erboso e dona intimità alla festicciola

L’ulivo attira e protegge gli invitati

La variegata emersione

L’azione floreale diversiva

La mutazione simultanea al principio di maggio

 

Come fiori e germogli,

le persone si propagano arrendevolmente

I bambini inventano nuovi giochi

La natura offre loro un passaggio segreto

Una porta spalancata sulle fantasie di chi sa sognare

Desueti scheletri da picnic costellano un cielo terra

Il fitto fogliame funge da copertura immaginaria

Una radio d’epoca emette suoni stralunati

Vassoi multicolore e regali da scartare

Calzature alate tramutano l’uomo in Mercurio

L’Africa e Lynch offerti in sacrificio concettuale

L’allegrezza del convivio

 

E’ una sagra di paese

Il paese delle persone amate

Gabry emana serenità dalla sua custodia immacolata

Elena corre spensierata

Ale contribuisce con grazia alla mescita del vino

La sua prima mescita

Il villaggio inventato accoglie una fauna policroma

Bimbi e gravidanze

Uomini e donne

Orsi e trampolieri

Equilibristi e bevitori

Urlatori e saltimbanchi

Erbivori e grandi predatori

 

Nel giardino il tempo scorre lento e poi a ritroso

E’ una riscoperta

Un luogo prezioso in cui dilaga la semplicità

Il benessere di prendersi un’era minuta priva d’affanni

Di liberare pensieri e parole

Di vivere il momento

La Beata Parentesi

La fine del caos

L’ecosostenibilità dei passi e dei movimenti

Il giardino casa dei nostri amici cani

 

Il risveglio dei sensi

Nettare da sorseggiare

Occhi per guardare

Uno specchio per riflettere

Il disegno soffice di una lampada improvvisata

 

Ma scende la sera

E la luce del vicino è sempre più verde

Il nutrito drappello si propaga in armonia

L’armonia è poter dire o tacere all’occorrenza

Nella stessa armonia il convivio si scioglie

La festa finisce

In bocca il sapore indelebile degli amici di sempre

In mente la tenue dolcezza di un giorno da ricordare.

 

 

 

Aretha Franklin – The house that Jack built

07 lunedì Mag 2012

Posted by osteriacinematografo in Soundtrack

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Soundtrack

Soundtrack

RadiOsteria consiglia “The house that Jack built”, gran pezzo del 1968 di Aretha Franklin, una delle migliori voci di tutti i tempi, per quanto i tempi umani siano minuti al cospetto dell’eternità. Ascoltatela al mattino, a tutto volume, e fregatevene del resto. Che Aretha sia con voi. 

Sotto l’ulivo

02 mercoledì Mag 2012

Posted by osteriacinematografo in Poesie

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Poesie

Piccole Poesie d’Osteria

Il rumore di un clacson, il cancello che si apre

E oltre il cancello, l’Eden

Oltre le porte di una percezione scollinata

La giungla dei ricordi memorabili

Incontri casuali ed altri mancati

E racconti stesi al sole ad asciugare

E storie ripetute fino a prender consistenza

Storie spassose che non muoiono mai

Un braciere centripeto a far da perno universale

E ombre sghembe su un tetto di margherite ed erba

Il tetto del mondo del qui e dell’ora

Il tetto dei tempi percorsi in equilibrio precario

Fumo grigio e lacrime di vigna

Interiora e interiorità

Un bambino nella culla

Armonia verde azzurra a colorare il sotto e il sopra

L’eterno stupore per quel giardino vergine

Il capanno degli attrezzi

La legna accatastata

Un giardiniere geloso

Le dinamiche della cottura

La giostra degli strumenti incandescenti

La quieta danza dei carnivori

Il dentro e il fuori

L’allegra lotta dei pasciuti e fraterni bisonti

Le parole mal dette

Quelle mal interpretate

La nostalgia dell’innocenza e della semplicità

Un luogo che rimane dimora perpetua

Un posto da chiamare casa

Una casa che trascende il concetto stesso di tempo

Tempo che si misura in barba e complessità

Un tempo trascorso insieme sotto l’ulivo

L’ulivo fedele, l’ulivo che lega e non tradisce

E poi un’ombra improvvisa ammanta l’orizzonte

Irrompe burbero il temporale estivo

Il tuonare del cielo al suon di Perrotta

L’acqua, che rigenera e stordisce

L’acqua, che riposiziona e disorienta il convivio

Mentre l’ulivo se la ride e sguazza

Le fronde bagnate

Il solletico del vento

Il dolce e ipnotico ticchettio dell’acqua

E il desiderio di tornare, sempre

Retrobottega d’Osteria

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