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Prima del Cosmo, il Caos

Prima di Armonia, il disordine

Il seme incastonato nell’informe massa

La nascita degli dèi

 

Tifèo,

drago dalle teste di serpente

e figlio di Gea, la Madre Terra,

giace intrappolato nelle profondità

 

Vibra la terra

Vibra e respira

Sussurra la lingua adriatica

Sussurra e suggerisce biforcuta

 

L’esile protuberanza

Infida proboscide del grande elefante

Appendice e coda dell’immensa placca africana

Che spinge e insiste e sollecita

 

S’insinua

Preme contro l’arco alpino

S’arriccia sotto la giovane dorsale appenninica

E tutto scuote e squarcia e solleva

 

E’ un desiderio primordiale

che mira a rimodellare il pianeta

Nella sala macchine luciferina

Il Grande Scultore lavora e batte e plasma

E spruzza argilla e strizza bacini come spugne

 

La terra si spacca e squarcia

Scivola la roccia sul far della faglia

E morde e azzanna

 

E gli elementi sgorgano dalle fenditure

E’ un calderone che ribolle e mormora

e fa tentennare la grande pianura

 

Forze ancestrali si scatenano nella cupa voragine

Tifèo scuote il suo antro

Invoca il nome della madre Gea

L’ultima sentinella della terra

Colei che controlla ed è l’elemento tellurico

 

Il rinnegato si dimena e contorce e sputa fuoco

E muove dalle profondità di Tartaro,

l’Abisso che lo generò.

 

I Fratelli Titani fremono e vacillano.

Demetra,  la madre terrena,

annuncia nuova fertilità.