Ogni parola immersa nel liquido amniotico d’Osteria scaturisce da un’insaziabile brama di conoscere, vedere, immaginare, assorbire e poi tradurre in lettere. E’ la curiosità a muovere il meccanismo, a non dare tregua, a ingenerare uno scambio osmotico implacabile fra la Persona e il Sè (indi fra l’Oste e il Sè), ad alimentare il flusso delle idee che prima dilata e infine colma il divario di concentrazione in essere fra concetto ed opera.
