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Tutto ha inizio come fosse un’urgenza.
Un impulso irrefrenabile che non si placa.
Una deformazione congenita che alimenta la tempesta dei sensi.
La concatenazione elettrica delle idee.
L’ineluttabilità ontologica della creazione.
Tracce sparse di concetti in successione casuale.
L’acqua come elemento di riferimento.
L’inganno in embrione di un romanzo che è il pensiero stesso.
L’allestimento teatrale di una procedura non protocollata.
Parole e colori e immagini come ingredienti universali.
Immacolati tessuti bianchi da colmare senza risparmiarsi.
E Mai, e Sempre.
La porpora d’un vecchio sipario si posa sul palcoscenico dell’improvvisazione.
Una sfibrata ragnatela d’argento vibra al vibrare del vento.
E trame a intercettare orditi
fra i risvolti cromatici della produzione artistica.
Il letto di un fiume in piena.
Gli argini che cedono.
La furente e cristallina esondazione acquatica.
Sinuosità d’anse e sensuali natiche.
Il danzante e morbido defluire delle idee.
Sabbie mobili e smottamenti interpretativi ad insidiare il convoglio.
E a ritroso, le mutevoli e candide scorciatoie erosive del ripensamento.
Nella mente,
pensieri e parole conglobano e fondono,
fino ad esplodere nel fragore di forme artistiche casuali.