Rita Levi-Montalcini
Premessa
Il titolo di questo breve articolo è un titolo inventato, un titolo d’osteria. Non so se la D.ssa Levi-Montalcini fosse avvezza a indossare gingilli simili, ma non è un fatto determinante in questa sede. Le perle rappresentano infatti le sfavillanti gemme che la celebre scienziata torinese ha lasciato in eredità alle donne e agli uomini che ne sapranno cogliere l’essenza. In questi giorni mi è capitato di rileggere alcuni brani tratti dalle sue dichiarazioni d’ogni tempo, ed è stata un’esperienza illuminante, che mi ha indotto a raccogliere le perle di Rita Levi-Montalcini in una collana di mio gradimento.
Sono una persona adulta, ma ancora più prossima e aderente alla gioventù che alla vecchiaia, sia per un dato di fatto meramente anagrafico sia per motivi che riguardano il contesto sociale in cui vivo e sono cresciuto, fin troppo propenso a far maturare tardivamente i suoi prodotti tipici. Eppure, dopo aver letto con attenzione e cura le parole di Rita Levi-Montalcini, comprendo di essere molto più avvinto e affascinato dal suo pensiero che non da quello delle generazioni più vicine alla mia.
Il suo è un messaggio carico di preoccupazioni, di perplessità, ma anche di speranza e positività, di significati protesi a trasmettere ai giovani il suo desiderio di conoscenza, la sua ingordigia intellettuale, un messaggio che sia monito e stimolo al tempo stesso, un invito a non temere nulla , a pensare con la propria testa, a diffidare del mare di superficialità che la modernità propina a iosa ai suoi adepti, un invito all’altruismo e alla solidarietà, all’abbandono d’ogni forma d’individualismo.
Per molti versi vedo il mondo come lei lo vedeva, lo sento come lei lo sentiva: semplicemente, e senza alcuna presunzione, condivido molti suoi punti di vista.
Queste mie righe sono quindi un atto di doveroso rispetto in memoria di una mente eccelsa e lungimirante.Sono stato sempre curioso e bramoso di leggere, capire, vedere, conoscere, vivere. Le sue parole incentivano i miei desideri in misura illimitata. E credo di aver capito che ne sarebbe felice, se solo potesse.
Va ora in scena un assaggio della Libera Raccolta d’Osteria, intitolata “Collana di Perle di Rita Levi-Montalcini”:
-“Credo di avere una curiosa immaginazione che mi permette di vedere quello che altri ignorano.”
-“Le mie simpatie vanno a quelli dotati di una profonda e acuta sensibilità, a quelli che sanno dimenticarsi completamente nella contemplazione dell’universo e/o dedizione agli altri e a quelli non “senza incrinature”, ma che fanno errori e sono vulnerabili… Non è l’assenza di difetti che conta, ma la passione, la generosità, la comprensione e simpatia del prossimo e l’accettazione di noi stessi.”
-“Dovremmo abolire nella nostra testa il concetto di razza. Esistono i razzisti, non le razze. E a me interessano soltanto le persone.”
-“Oggi, rispetto a ieri, i giovani usufruiscono di una straordinaria ampiezza di informazioni; il prezzo è l’effetto ipnotico esercitato dagli schermi televisivi che li disabituano a ragionare, oltre a derubarli del tempo da dedicare allo studio, allo sport e ai giochi che stimolano la loro capacità creativa. Creano per loro una realtà definita che inibisce la loro capacità di “inventare il mondo” e distrugge il fascino dell’ignoto.”
-“A vent’anni volevo andare in Africa per curare la lebbra. Ci sono andata da vecchia, ma per curare l’analfabetismo, che è molto più grave della lebbra.”
-“Il cervello arcaico ha salvato l’australopiteco, ma porterà l’homo sapiens all’estinzione. La scienza ha messo in mano all’uomo potenti armi di distruzione. La fine è già alla portata.”
-“A cento anni ho perso un po’ la vista, molto l’udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent’anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo, io sono la mente.”


