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Soundtrack

 

RadiOsteria consiglia “The man who sold the world”, criptico e ammaliante brano scritto e interpretato dal Duca Bianco (The Thin White Duke) nel 1970. Il geniale  artista inglese prese spunto da un poema del 1899 di William Hughes Mearns (1875–1965), noto come  “Antigonish” o “The little man who wasn’t there”.

Yesterday, upon the stair,
I met a man who wasn’t there
He wasn’t there again today
I wish, I wish he’d go away.”

I versi di Hughes Mearns ispirano palesemente Bowie, che plasmò l’incipit del brano sulla falsariga formale e concettuale creata dal poeta inglese. Nel pezzo domina il tema di un sdoppiamento probabilmente impercorribile. L’uomo osserva se stesso in un’atmosfera surreale,  il Dionisiaco si stupisce nel ritrovare in vita l’Apollineo, poichè viveva nella falsa illusione di essersene liberato.

David Bowie

The Thin White Duke

Ma gli istinti primordiali vengono irrimediabilmente ingabbiati dalle convenzioni sociali che l’uomo stesso costruisce ad hoc, in un gioco perverso ed autolesionista. L’inganno apollineo finisce così per imbrigliare il caos e l’istinto dionisiaci, e la natura umana tende in modo inevitabile a costruire una struttura di difesa all’apparente non-senso “naturale” della vita.

L’uomo di Bowie dapprima non riconosce se stesso forse a causa di quella Maschera Apollinea cucita su misura per  regolare ed “elevare” nella forma il caos dionisiaco, ma in seguito l’Io, apparentemente scisso dalla sua necessaria e forzosa metà regolatrice, diviene “Noi” nell’intenso e significativo finale del brano.

I searched for form and land, for years and years I roamed
I gazed a gazely stare at all the millions here
We must have died alone, a long long time ago
Who knows? not me
We never lost control
You’re face to face
With the Man who Sold the World