Il Consiglio dell’Oste
Donna di ghiaccio. Solo lavoro. Nessun coinvolgimento emotivo. E poi, l’imprevisto. L’onta del licenziamento. Il mondo crolla. Napoleone muore. Tutto cambia. Solidarietà femminile.Vendetta e restaurazione dello status quo ante. Innamoramento e amore. No. Pia illusione. Vite camuffate. Macchinazioni impercettibili. Niente è come sembra. Il nemico è alle porte. Il nemico è ovunque. Il tempo aggiusta le cose (“A tutti i mali ci sono due rimedi: il tempo e il silenzio”). La donna di ghiaccio torna al lavoro. “Eh ma sei fai così te ricacciano!” “Io non faccio così, io sono così”, e la porta si chiude in faccia allo spettatore e al lungo giro che la protagonista si era imposta per ovviare a se stessa. Lo sguardo nuovo e transnazionale di Giorgia Farina. Il suo cinema trascende i confini geografici. I confini non esistono. Ineludibile è soltanto la personalità degli individui. Un implacabile sciabordio che conserva identità e struttura. Anche nella tempesta.