Una notte mi sono svegliato nel groviglio inestricabile di passato, presente e futuro. C’erano ricordi senza fine, privi di un ordine cronologico, ricordi anche di ciò che forse deve ancora accadere. L’unico ordine sensato era quello di apparizione degli attori e delle attrici, dettato dalla memoria appena sfornata alle quattro del mattino. Una tessitura intricata di personaggi senza alcuna posa. Tutte queste ombre piombavano fuori dal liquido nero, saturo e denso delle profondità oceaniche della mia psiche, e prendevano forma in modo graduale, raccontando storie più o meno bizzarre. Attraversavo le paludi acquitrinose che dimorano fra la veglia e il sonno, ma ero lucido abbastanza da poter posare lo sguardo su di me.
Così ho pensato a chi sono, a come lo sono diventato, a come ciascuno diventi chi è. E’ banale ma siamo tutti figli di incontri casuali ma decisivi, siamo la somma di tante storie e coincidenze, l’intreccio delle individualità con cui siamo entrati in contatto, “siamo la somma di tutta la vita vissuta ma anche il terreno materno gravido di tutta la vita futura”.








Ho sempre cercato di pescare in modo mirato nello stagno delle opzioni vacanti. Spesso ci ho preso, a volte mi aspettavo di più, a volte di meno. Ma mi sono sempre arricchito, a prescindere dal fatto che una persona togliesse o aggiungesse qualcosa al mio bagaglio, perché ognuno ti lascia un pezzettino di sé, anche soltanto a livello inconscio. Ogni nuovo punto di vista è una scoperta. Conoscere una persona è come visitare una terra straniera, e ho sempre desiderato esplorare persone e luoghi diversi per arrivare a una sintesi sommaria, a una chiave di lettura universale di tutto ciò che è. Capire e leggere il mondo significa anche stanare se stessi. L’inventio.
Quante immagini frullano scomposte nella nostra testa, quasi fossero i fotogrammi caleidoscopici di unico interminabile film epico?
Per quanti motivi siamo legati a qualcuno? Per una serata indimenticabile, per un’immagine folgorante, per la più bella battuta del secolo, perché c’è sempre stato da quando hai memoria, perché forse volevi essere lui, perché sapeva ridere o divertirsi meglio di chiunque altro, perché aveva fissazioni uniche, perché si è perso e poi ritrovato come e quando ti sei perso e ritrovato te, perché ti ha fatto sentire importante, perché vi siete sentiti affini a fasi alterne ma con picchi altissimi, perché raccontava balle astronomiche e tu lo sapevi ma ti andava bene lo stesso, perché è stato sempre geniale nella sua attitudine alle paranoice, perché aveva problemi simili ai tuoi, perché ti sembrava diverso ma ti ha fatto capire che quello diverso eri te, perché stranamente aveva voglia di starti a sentire, perché ti osservava di nascosto mentre tu l’osservavi, perché sparava fesserie enormi senza ridere mai, perchè sapeva stimolarti, perché richiedeva uno sforzo che comportava un salto di qualità, perché riusciva a farti fare cose impensabili, perché poi ti ha messo a disagio ma quel disagio ti è servito, perché ti ha stancato in fretta, perché di colpo è cambiato, perché era troppo, perché era troppo poco, perché aveva una classe o un talento innati che volevi emulare ma non c’era verso, perchè anche lui lo faceva per i Doors, perché era circondato da belle donne, perché nessuno ti abbracciava in quel modo, perché avete fatto un pezzo di strada insieme, perché non ti andava affatto a genio, perché ti fidavi, perché non lo considerava nessuno eppure te eri sicuro che valesse la pena tentare, perché si destreggiava abilmente nella sublime arte dell’autoironia, perché volevi guarirlo dal cinismo a forza di eccessi, perché rideva dentro, perché gli hai sempre voluto bene, perché eri convinto d’essere uno scopritore di talenti, perché aveva i tuoi stessi gusti cinematografici, perché ti ha fatto crescere in un modo o nell’altro, perché ti ha mostrato che nulla è scontato, perché ti ha sopportato oltre misura, perché era indubbiamente più matto di te e non ti pareva possibile, perché anche lui aveva capito che è inutile sforzarsi di piacere agli altri, perché aveva modi rudi sotto cui eri sicuro si nascondesse qualcosa di buono, perché semplicemente vi siete incontrati al bancone dei sogni, dove il Mentore maramaldeggiava.
A me -lo confesso- è sempre piaciuto sperimentare, creare relazioni fra tipi umani diametralmente opposti, scatenare chimiche imprevedibili, cercare l’amalgama perfetto, combinare personalità apparentemente antitetiche, miscelare uomini, donne, ingredienti, musica, parole e follia negli alambicchi della notte e dell’alba.
La mia ricerca prosegue anche oggi, naturalmente in orari più consoni alle mie possibilità. E a volte può ancora capitare di incontrare qualcuno con cui si sviluppi una chimica immediata e incontrollabile, tale che vien da pensare che sarebbe stato impossibile non incontrarsi prima o poi (“le anime belle si incontrano sempre” – Cit. Zia Gina). Lo senti quando hai davanti una persona simile, con cui costruisci parentesi dialettiche notevoli anche se non sai bene chi sia, con cui l’affinità è innata e ti senti subito a tuo agio. Lo capisci perché con persone simili riesci a far gorgheggiare l’acqua. Quando incontri una persona speciale, l’aria -satura di vapore acqueo- raggiunge il punto di rugiada, e il mondo assume una posa e una grazia diverse, e tutto sembra improvvisamente possibile.
Rivolgo quindi il mio pensiero a tutti gli uomini, le donne, e le altre specie animali con cui sia nata un’affinità, mille anni fa o l’altro ieri, che sia o sia stata duratura od estemporanea, semplice o complessa, profonda o superficiale, fugace o approfondita, sensata o ridicola, razionale o pazzesca, monotona o variegata, antiquata o futuristica, formale o conviviale, limpida o velata, reale o presunta, familiare o amichevole, fisica o cerebrale, colorata o in bianco e nero, teatrale o rintanata, musicale o silenziosa, spontanea o artificiale, relativa al lato oscuro o a quello luminoso della Forza, e a loro, a voi dedico il mio più sentito Grazie e i miei più calorosi auguri di Buon Natale e di Buon Anno, nel senso e nei modi che ognuno di voi più gradisce. Che questo sia per tutti voi un momento sereno e introspettivo, da dedicare solo ed esclusivamente a quanto di più caro avete su questa terra, che sia semplice e vero, che sia carico dei racconti e delle persone che vi stanno più a cuore, che vi sappia stupire e meravigliare, e che soprattutto sia inondato da cascate di buon vino e risate prorompenti, senza cui la vita probabilmente non avrebbe senso. Buona fine e buon inizio.