• Staff
  • The Program
  • Vademecum
  • FilmOsteria
    • A SERIOUS MAN – Joel Coen, Ethan Coen
    • ALMANYA – Yasemin Samdereli
    • AVATAR – James Cameron
      • La maschera
    • BLADE RUNNER 2049 – DENIS VILLENEUVE
    • DARK SHADOWS – Tim Burton
    • DJANGO UNCHAINED – Quentin Tarantino
    • DOPO IL MATRIMONIO – Susanne Bier
    • E ORA DOVE ANDIAMO? – Nadine Labaki
    • HUGO CABRET – Martin Scorsese
      • Georges Meliès e la magia del cinematografo
    • HUNGER – Steve McQueen
      • 5 maggio 1981
    • IL CAVALIERE OSCURO – IL RITORNO – Christopher Nolan
    • IL GRANDE CAPO – Lars von Trier
    • L’AMORE CHE RESTA – Gus Van Sant
    • L’ARTE DI VINCERE (MONEYBALL) – Bennett Miller
    • LA PARTE DEGLI ANGELI – Ken Loach
    • LA PELLE CHE ABITO – Pedro Almodovar
    • LA TALPA (TINKER TAILOR SOLDIER SPY) – Tomas Alfredson
    • LE CENERI DI ANGELA – Alan Parker
    • MARIGOLD HOTEL – John Madden
    • MARILYN – Simon Curtis
    • MILLENNIUM – UOMINI CHE ODIANO LE DONNE – David Fincher
    • MIRACOLO A LE HAVRE – Aki Kaurismaki
    • PARADISO AMARO (THE DESCENDANTS) – Alexander Payne
    • PICCOLE BUGIE TRA AMICI – Guillaume Canet
    • REDACTED – Brian De Palma
      • Nemici immaginari – Dall’Iraq a Buzzati e ritorno
    • RUGGINE – Daniele Gaglianone
    • THE EDGE OF LOVE – John Maybury
    • THE HELP – Tate Taylor
      • Il fascino sottile dell’intolleranza
    • THE IRON LADY – Phyllida Lloyd
    • THIS MUST BE THE PLACE – Paolo Sorrentino
    • UNA SEPARAZIONE – Asghar Farhadi
    • VENTO DI PRIMAVERA – Rose Bosch
    • WARRIOR – Gavin O’Connor
  • Il precipizio
    • Andy Kaufman – Man on the moon
    • Antonio Sampaolesi – Mio nonno, il mio idolo.
    • Caccia sadica
    • Central Park
    • Cigolante vetustà
    • Compenetrante Simbiosi Nordica
    • Cosmogonia d’Osteria
    • Crisi gravitazionale
    • Da Zachar a Wall-E in pilota automatico
    • Effetto Domino
    • Follia o rivelazione?
    • Freccia rossa
    • Fuga d’ombre nel capanno
    • Generi cinematografici
    • I cantanti
    • Il pelo del pile
    • Il Visa
    • Inchiostro
    • L’Estetica del Toro
    • L’incontro
    • La chimica del mare
    • Magma dal retrobottega
    • Mezzosogno
    • Mine vaganti su Skyfall – L’altalena delle aspettative
      • Assenza di aspettative – Mine vaganti
      • Overdose di aspettative – Skyfall
    • Mostri alati
    • Nonna Jole
    • Nonno Dino e il bambino che è in me
    • Prima del tempo
    • puntofisso.com ovvero Il colloquio
    • Salomon
    • Sogni & Catapulte
    • Sotto/Sopra
    • Terza fase
    • The Nightmare before Christmas – Reloaded
    • Tuta alare
    • E-voluzione
    • La fine 1.0
  • Photo buffet
    • Antelope Canyon
    • C’era una volta un ghiacciaio
    • Cattedrali nel deserto
    • Children of Lesotho
    • Cold beer
    • Duddingston Village
    • Evoluzione Alentejana
    • Grandpa riding
    • La isla del viento
    • Libera Sopravvivenza
    • Opi-Wan KenOpi
    • Pipò – Il Cane Guida
    • Satara – After lunch
    • Spanish patrol
    • Swazi Stand (Commerce and Laughters)
    • Un giorno al Pincio
    • Under the Golden Horn Metro Bridge – Istanbul
    • White Sands
    • Zabriskie Point – Sunrise
  • Tolstoj
    • Anna Karénina
      • Scena di caccia
  • L’Atlante delle Nuvole
    • Brazil
      • Soldatini di plastica
    • Cloud atlas
      • Tutto è connesso – Odissea nella coscienza unificata
    • Faust
    • Melancholia
      • E d’improvviso Jung
    • Mulholland drive
    • Stay
    • The imaginarium of Doctor Parnassus
      • Oltre lo specchio
    • The lobster
    • The tree of life
  • Once upon a time
    • The Adam Show – Una favola moderna per bambini precoci
      • Atto I
      • Atto II
      • Atto III
      • Atto IV
      • Atto V
  • I Grandi Classici
    • A history of violence
    • Amour
    • Casinò
    • Easy rider
    • Eyes wide shut
      • La tana del Bianconiglio
    • La città incantata
      • Paragone acrobatico con il mito di Orfeo ed Euridice
    • Schindler’s list
    • The artist
  • Singolar tenzone
    • 1883 – Epopea migratoria
    • Auster, Paul
      • Moon Palace
      • Viaggi nello scriptorium
    • Baudelaire, Charles
      • I fiori del male
    • Buzzati, Dino
      • Il deserto dei Tartari
    • Cicerone, Marco Tullio
      • L’amicizia
    • Consoli, Carmen
      • Sud est
    • Dalla, Lucio
      • Com’è profondo il mare
    • De Filippo, Edoardo
      • Cos’e nient
    • De Gregori, Francesco
      • Un guanto
    • Dickens, Charles
      • Il nostro comune amico
    • Fitzgerald, Francis Scott
      • Tenera è la notte
    • Flaubert, Gustav
      • Memorie di un pazzo
    • Genna, Giuseppe
      • Italia de profundis
    • Ginsberg, Allen
      • L’urlo
    • Goncarov, Ivan Aleksandrovic
      • Oblomov
    • Grass, Gunter
      • Il tamburo di latta
      • La ratta
    • Guerra, Tonino
      • I bu (I buoi)
    • Hesse, Herman
      • Il piacere dell’ozio
    • Jung, Carl Gustav
      • L’io e l’inconscio
    • Kristof, Agota
      • Trilogia della città di K. – La terza menzogna
    • Levi-Montalcini, Rita
      • Collana di Perle (Libera raccolta d’Osteria)
    • Lynch, David Keith
      • In acque profonde
    • Manzarek, Raymond Daniel
      • Light my fire – My life with Jim Morrison
    • Maugham, William Somerset
      • La luna e sei soldi
    • McCarthy, Cormac
      • Meridiano di sangue
      • Suttree
    • Morrison, James Douglas
      • Le poesie hanno i lupi dentro
      • Sono tornato
      • The crystal ship
    • Musil, Robert
      • L’uomo senza qualità
    • Nabokov, Vladimir
      • La vera storia di Sebastian Knight
      • Parla, ricordo
    • Paasilinna, Arto
      • Piccoli suicidi tra amici
    • Pessoa, Fernando
      • Il libro dell’inquietudine
    • Quasimodo, Salvatore
      • L’uomo e la poesia
    • Rimbaud, Arthur
      • Carreggiate
    • Salustri, Carlo Alberto
      • La cornacchia libberale
    • Schnitzler, Arthur
      • Doppio sogno
    • Steinbeck, John
      • Al Dio sconosciuto
      • Furore
      • La valle dell’Eden
    • Thomas, Dylan
      • Distesi sulla sabbia
    • Thoreau, Henry David
      • Walden ovvero vita nei boschi
  • 6 DAYS IN NEW YORK
    • MOMA – Selezione d’Osteria
  • Portogallo on the road
  • Pubblicazioni

osteriacinematografo

osteriacinematografo

Archivi della categoria: Pensieri

Rita Levi-Montalcini – Collana di Perle (Libera raccolta d’Osteria)

02 mercoledì Gen 2013

Posted by osteriacinematografo in Pensieri, Storie

≈ Lascia un commento

Tag

Cronache e Storie d'Osteria

Rita Levi-Montalcini

Premessa

Rita Levi-MontalciniIl titolo di questo breve articolo è un titolo inventato, un titolo d’osteria.  Non so se la D.ssa Levi-Montalcini fosse avvezza a indossare gingilli simili, ma non è un fatto determinante in questa sede. Le perle rappresentano infatti le sfavillanti gemme che la celebre scienziata torinese ha lasciato in eredità alle donne e agli uomini che ne sapranno cogliere l’essenza. In questi giorni mi è capitato di rileggere alcuni brani tratti dalle sue dichiarazioni d’ogni tempo, ed è stata un’esperienza illuminante, che mi ha indotto a raccogliere le perle di Rita Levi-Montalcini in una collana di mio gradimento.

Sono una persona adulta, ma ancora più prossima e aderente alla gioventù che alla vecchiaia, sia per un dato di fatto meramente anagrafico sia per motivi che riguardano il contesto sociale in cui vivo e sono cresciuto, fin troppo propenso a far maturare tardivamente i suoi prodotti tipici. Eppure, dopo aver letto con attenzione e cura le parole di Rita Levi-Montalcini, comprendo di essere molto più avvinto e affascinato  dal suo pensiero che non da quello delle generazioni più vicine alla mia.

Rita Levi-Montalcini

Il suo è un messaggio carico di preoccupazioni, di perplessità, ma anche di speranza e positività, di significati protesi a trasmettere ai giovani il suo desiderio di conoscenza, la sua ingordigia intellettuale, un messaggio che sia monito e stimolo al tempo stesso, un invito a non temere nulla , a pensare con la propria testa, a diffidare del mare di superficialità che la modernità propina a iosa ai suoi adepti, un invito all’altruismo e alla solidarietà, all’abbandono d’ogni forma d’individualismo.

Per molti versi vedo il mondo come lei lo vedeva, lo sento come lei lo sentiva: semplicemente, e senza alcuna presunzione, condivido molti suoi punti di vista.

Rita Levi Montalcini

 

 

Queste mie righe sono quindi un atto di doveroso rispetto in memoria di una mente eccelsa e lungimirante.Sono stato sempre curioso e bramoso di leggere, capire, vedere, conoscere, vivere. Le sue parole incentivano i miei desideri in misura illimitata. E credo di aver capito che ne sarebbe felice, se solo potesse.

Va ora in scena un assaggio della Libera Raccolta d’Osteria, intitolata “Collana di Perle di Rita Levi-Montalcini”:

 

-“Credo di avere una curiosa immaginazione che mi permette di vedere quello che altri ignorano.”

-“Le mie simpatie vanno a quelli dotati di una profonda e acuta sensibilità, a quelli che sanno dimenticarsi completamente nella contemplazione dell’universo e/o dedizione agli altri e a quelli non “senza incrinature”, ma che fanno errori e sono vulnerabili… Non è l’assenza di difetti che conta, ma la passione, la generosità, la comprensione e simpatia del prossimo e l’accettazione di noi stessi.”

-“Dovremmo abolire nella nostra testa il concetto di razza. Esistono i razzisti, non le razze. E a me interessano soltanto le persone.”

Rita Levi-Montalcini

-“Oggi, rispetto a ieri, i giovani usufruiscono di una straordinaria ampiezza di informazioni; il prezzo è l’effetto ipnotico esercitato dagli schermi televisivi che li disabituano a ragionare, oltre a derubarli del tempo da dedicare allo studio, allo sport e ai giochi che stimolano la loro capacità creativa. Creano per loro una realtà definita che inibisce la loro capacità di “inventare il mondo” e distrugge il fascino dell’ignoto.”

-“A vent’anni volevo andare in Africa per curare la lebbra. Ci sono andata da vecchia, ma per curare l’analfabetismo, che è molto più grave della lebbra.”

-“Il cervello arcaico ha salvato l’australopiteco, ma porterà l’homo sapiens all’estinzione. La scienza ha messo in mano all’uomo potenti armi di distruzione. La fine è già alla portata.”

-“A cento anni ho perso un po’ la vista, molto l’udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent’anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo, io sono la mente.”

Continua a scorrere il filo di perle di Rita Levi-Montalcini in Singolar Tenzone

“Mine vaganti” su “Skyfall” – L’altalena delle aspettative

19 lunedì Nov 2012

Posted by osteriacinematografo in Pensieri

≈ Lascia un commento

Tag

Prima del volo

Potrei definire l’aspettativa come la speranza che si ripone in qualcuno o qualcosa. Nel caso specifico, l’oggetto dei desideri è naturalmente il cinema, lo strumento che più di ogni altro realizza e incarna i sogni dell’epoca in cui viviamo.

La domanda che mi pongo in questa sede è la seguente: quanto e cosa eventualmente cambia nell’impatto con l’opera cinematografica, al mutare della predisposizione psicologica individuale?

Capita infatti di assumere gli atteggiamenti più disparati nel momento in cui ci si accinge a vedere un film, e tutto ciò può dipendere da numerosi fattori, legati alla sfera più intima dello spettatore, al grado di recettività del medesimo in determinate circostanze, al condizionamento che lo stesso può subire dall’esterno.

Tal mutevolezza può dipendere dallo stato d’animo personale, dalle opinioni fornite da amici e colleghi, dal bombardamento mediatico che l’individuo subisce a livello inconscio (l’individuo in quanto tale e in quanto membro di una collettività); può dipendere da una serie di valutazioni pregiudiziali attinenti il regista, il cast o la sceneggiatura di un’opera, da quanto dicono o scrivono alcuni critici cinematografici particolarmente autorevoli, o dal tempo che intercorre fra il momento in cui si inizia a desiderare un film e il momento in cui se ne prende visione.

Si può quindi assumere un atteggiamento diverso a seconda che si nutrano o meno aspettative; se non se ne nutrono affatto o se ne nutrono in misura minima, si può adottare un contegno sospettoso, una posa guardinga o comunque mantenere una diffidenza di base relativamente a un film: tale stato induce sovente il soggetto a procrastinare nel tempo o persino ad evitare la visione di un film. Ma quando il punto di attracco poggia su presupposti simili, caratterizzati da una scarsa propensione alla positività di giudizio, si possono verificare succulenti sorprese, assimilabili a piccole e luminose rivelazioni. E’sufficiente fidarsi e concedersi una tappa in ogni porto per uscire dall’omologazione concettuale del nostro tempo.

Al contrario, si può sviluppare un’aspettativa abnorme nei confronti di un’opera, fatto che spesso induce a sovrastimare in sede preliminare l’opera stessa, che poi soccombe al cospetto di quanto si è idealizzato nelle sublimi sfere dell’immaginazione, in cui passano in rassegna tutte le sfumature estatiche e potenziali  dell’arte. In tal caso aumenta esponenzialmente il rischio di amare delusioni, e d’altro canto la soddisfazione corrisponde a un rassicurante appagamento, alla conferma di quanto si pensava che fosse.

Può quindi accadere che le attese siano o meno confermate dai fatti, fenomeno che implica sentimenti di vasto assortimento, a cavallo fra sorpresa e delusione (la gamma compresa fra i due “valori” di riferimento è amplissima).

Analizzando il problema in termini concreti, l’alternanza emotiva in esame si è prodotta recentemente e in modo assolutamente casuale nella mente dell’Oste, grazie al contributo opposto di due film che non hanno nulla in comune fra loro: “Mine vaganti” e “Skyfall”. Tenterò di analizzare i due film utilizzando l’aspettativa come criterio di base; la sede di tal duplice analisi è collocata (o dovrebbe esserlo) nella biforcazione che si trova in fondo al corridoio delle mie brame.

ASSENZA DI ASPETTATIVE – MINE VAGANTI                                              OVERDOSE DI ASPETTATIVE – SKYFALL

Nonna Jole

08 giovedì Nov 2012

Posted by osteriacinematografo in Pensieri

≈ Lascia un commento

Tag

Prima del volo

A Luca, Marco, Matteo e alla loro famiglia

L’amicizia è una cosa seria, e, quando ne parlo, ne parlo in senso stretto e in termini estremamente severi. Ciò premesso, ho pochi amici, ma sono degli ottimi amici, che non faccio alcuna fatica a definire fratelli. Il fatto curioso è che, anche quando non li vedo, penso a loro come se fossero realmente miei fratelli, con tutte le implicazioni del caso. Luca è uno dei miei amici più cari, un vero compagno di giochi, avventure e pazzie da più di vent’anni, e probabilmente poche persone mi conoscono come mi conosce lui. E Nonna Jole è la nonna di Luca (e non solo).

Jole ha ospitato per anni me e tutti gli amici di Luca a casa sua, con pazienza, generosità e discrezione. Ci capitava di andare nella taverna di Jole soprattutto nelle serate invernali, quando il freddo si faceva sentire. Sono stati anni fantastici, anni leggeri, anni che non sarebbero stati gli stessi senza quel rifugio così caldo e accogliente, che ben rappresenta, a livello iconografico, la nostra vita di allora.

La storia nostra e di Nonna Jole prosegue lungo la via della memoria

Un anno di Osteriacinematografo

06 martedì Nov 2012

Posted by osteriacinematografo in Pensieri

≈ Lascia un commento

Tag

Pensieri

Pensiero Celebrativo d’Osteria

Era il 6 novembre 2011 quando iniziai, un po’ per gioco e un po’ per merito dell’Ostessa, a costruire Osteriacinematografo. Se ne deduce come sia passato già (o soltanto) un anno dalla creazione di questo spazio. Un anno è molto tempo. Un anno è pochissimo tempo. Trovo la mia creatura niente affatto invecchiata. Ora è viva e articolata, e densa d’innumerevoli spunti che affiorano in superficie dai più disparati e remoti recessi d’Osteria. Osteriacinematografo è un mio modo di essere e di comunicare, un modo che si fa largo a suon d’immagini e parole, attraverso i linguaggi artistici del cinema, della letteratura, della pittura, della fotografia e della musica, un modo recepito da migliaia di persone in gran parte del globo. Ringrazio sentitamente chiunque abbia speso anche solo pochi istanti del proprio tempo per passare da queste parti, perchè amo questo luogo e gli stimoli che mi offre quotidianamente.

 

Il mio blog è stato visualizzato in più di 60 Paesi, di cui ho l’onore di fornire un elenco dettagliato, oltre alla mappa che rappresenta fedelmente la porzione di pianeta che Osteriacinematografo è riuscita a raggiungere (o infettare, che dir si voglia), superando di gran lunga le più rosee aspettative del sottoscritto. Grazie davvero da un Oste commosso.

Post Scriptum: La cantina è piena di vino nuovo, ma anche di rari distillati che ho lasciato invecchiare a mio e vostro pro.

 

Qui di seguito la gustosa lista:

Algeria, Arabia Saudita, Argentina, Australia, Austria, Belgio, Bosnia ed Erzegovina, Brasile, Bulgaria, Canada, Cile, Cipro, Colombia, Croazia, Danimarca, Ecuador, Emirati Arabi Uniti, Federazione Russa, Filippine, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Giappone, Grecia, India, Indonesia, Islanda, Italia, Kenya, Libano, Lussemburgo, Malesia, Marocco, Messico, Mongolia, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Paraguay, Perù, Polonia, Portogallo, Porto Rico,  Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Singapore, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Sudafrica, Svezia, Svizzera, Taiwan, Thailandia, Tunisia, Turchia, Ucraina, Uganda, Venezuela.

Amalgama – Epilogo (Il Solvente)

03 sabato Nov 2012

Posted by osteriacinematografo in Pensieri

≈ Lascia un commento

Tag

Pensieri

Stralunati Pensieri d’Osteria

 

Sono forse  le parole a diluire il pensiero,

così come il solvente fluidifica i colori?

O forse il linguaggio è una sorta d’imposizione,

di statizzazione forzosa delle idee?

L’arte imprigiona o libera il pensiero?

Toglie le catene a ciò che altrimenti rimarrebbe inespresso,

nell’atto di render visibile l’invisibile?

O forse le idee smarriscono purezza e autenticità nella trasposizione artistica,

finendo imprigionate nel carcere del tangibile?

Catturare l’essenza, intercettare il piano sottile,

questa è la chiave, il passo fondamentale.

Urgono ardue e delicate acrobazie per scovare la giusta dose di cura.

Un eccesso di zelo ed elaborazione conduce ad artificiose pomposità,

che aggiungono inutili sovrastrutture ai parti curvilinei del pensiero.

Una carenza di cura può d’altro canto condurre a un prodotto superficiale e scevro di significato.

La calibrazione degli ingredienti traspositivi è forse lo strumento utile

acchè  l’arte si tramuti in illuminazione.

La giusta dose identifica il Solvente,

la sostanza da taglio, il Lasciapassare,

la dissestata carrettiera che conduce al Grande Varco,

la via che consenta alla Spezia di sgorgare nella sua Perfetta Configurazione.

Le endorfine, le fucine del benessere,

la primordiale e rovente Sala Macchine.

Il Solvente, l’Ignoto Ingrediente, lo strumento, l’uomo.

Forse l’uomo stesso è il Solvente,

Paul Atreides, il Quizas Aderach,

lo strumento in pelle attraverso cui la Spezia aderisce alla realtà.

The Nightmare before Christmas – Reloaded

26 venerdì Ott 2012

Posted by osteriacinematografo in Pensieri

≈ Lascia un commento

Tag

Prima del volo

Il Precipizio

 

Fuori.

Braccato, inseguito.

Sottobraccio e a tracolla,

vecchie valigie sgangherate.

E uno spago sfibrato a correre tutto intorno,

ad assicurare il carico e a consumare il sottile strato di pelle di palpebra,

come il forcipe di luce che appena nato mi accecò, tramutandomi in Willy l’Orbo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Dentro il bagaglio:

Schizzi Sgorbi Versi Frizzi e Lazzi

Una nota presa da ragazzino

Un’ampolla d’Inchiostro Blu

Le balle di Bloom

Kyashan, il mio alter ego androide

Le porte della percezione

La sposa cadavere

Il Santo Graal

Il fascicolo contenente la lettera i

L’ascensore aereo di Willy Wonka

Un tamburo di latta rossa

La pillola rossa, e quella blu.

Il 33 giri col sorriso amaro e dissolto di Jim

Un b-movie di Ed Wood

La paura di far paura a qualcuno, nelle notti complici e profonde

Un mangianastri color arancio

Una bottiglia di gazzosa GB

La sensazione che tutto vada bene

E alcune vecchie pellicole di famiglia, protette dalla coltre spessa e ingiallita del tempo.

 

Metto in Scena la mia fuga.

Io che rappresento uno sparuto drappello d’idee,

grazie a una strampalata ed arcana procura speciale.

Un Gilliamiano con tendenze al Burtonismo in pieno deserto rosso.

Scappo dall’anticamera di una lavanderia verde pisello che mi apparve in sogno.

E’ solo un sogno, è soltanto un sogno.                                                                  
Il Sogno Cinematografico e Citazionista prosegue in FilmOsteria

Gilles Villeneuve – L’Aviateur

11 giovedì Ott 2012

Posted by osteriacinematografo in Pensieri

≈ Lascia un commento

Tag

Cronache e Storie d'Osteria

Cronache e Storie d’Osteria

 

Alcuni anni fa, Enzo Ferrari disse: “Quando mi guardo indietro, vedo tutti quelli che ho amato. E tra loro vi è anche questo grande uomo, Gilles Villeneuve”. Il Drake amava Gilles come si può amare un figlio.

Capita a tutti di guardarsi indietro, e di fare un bilancio sulle persone: chi è stato più o meno importante, chi ha significato qualcosa, chi ci ha fatto in qualche modo sognare, chi non si può in nessun modo dimenticare.

Gilles è stato uno degli eroi della mia infanzia. Sapete quel modo che hanno i bambini di vedere le cose, quel modo che poi si ricorda proprio come fosse un sogno, con i contorni mal definiti e una forma ellittica, quasi impalpabile?  Io mi ricordo così di Gilles Villeneuve, quasi fosse l’eroe di un film d’avventura, e così a tratti mi sembra vero e a tratti no, per quanto ho mitizzato lui e il suo ricordo, per quanto egli faccia parte da sempre del mio immaginario.

Gilles l’aviatore, o l’acrobata, come lo definì il suo amico e rivale Renè Arnoux, Gilles l’eroe romantico e spericolato, che prese il posto di Niki Lauda in Ferrari sul finire del campionato di formula uno del 1977. Da quanto mi hanno raccontato, pare che “Nicco Lauda” fosse una delle prime parole strane da me proferita, e ciò non mi sorprende, visto che le automobili a casa mia la facevano da padrone.

Ricordo macchine di ogni tipo: una Maserati biturbo blu notte, alcune vecchie Porsche 911 e Ferrari GTO, l’Austin Healey, una fantastica Morgan bianca con una sorta di cinta in pelle sul cofano, una Jaguar E-Type bianca, la mitica Nissan Datsun 240Z (in cui forse sono nato), una Jeep Laredo Golden Eagle, una De Tomaso Pantera, una delle prime Nissan Patrol (cui ero particolarmente affezionato), ricordo una magnifica Renault Alpine blu elettrico, ma soprattutto una Lotus Seven bianca con cui spesso io e mio padre andavamo a divertirci la domenica mattina; all’epoca avevo un casco nero e la divisa originale della Ferrari, ed ero convinto di essere Gilles Villeneuve, anche se al volante non potevo esserci io, per forza di cose.

 

Gilles Villeneuve mi è piaciuto sin dal primo momento: aveva un’aria un po’ svagata, un velo malinconico disteso sugli occhi, e sembrava essere costantemente Altrove; Gilles aveva la sfrontatezza dei Guasconi e un sorriso dolceamaro che conquistava tutti. Ma soprattutto Villeneuve era un pilota eccezionale, uno che arrivava sempre al limite, che non alzava mai il pedale dall’acceleratore: per tutti questi motivi, in poco tempo conquistò l’amore e la passione di tantissimi tifosi, che lo seguivano come un idolo assoluto, nonostante poi non abbia avuto i risultati sportivi che meritava.  Ma, come disse Juan Manuel Fangio di lui: “Gilles Villeneuve non correva per finire la gara. Non correva per i punti. Lui correva per vincere. Era piccolo di statura, ma era un gigante” .

Un personaggio del genere non può passare inosservato, non può lasciare indifferenti, perché in pista era una furia, e finiva ogni gara con la sua Ferrari piuttosto malconcia. Ricordo come fosse ieri la volta in cui riprese a correre dopo aver perso completamente uno pneumatico: proseguì il giro su tre ruote, finchè il cerchione e la sospensione cedettero; Gilles continuò lo stesso a spingere con la Ferrari numero dodici che andava di traverso, arrivando ai box con la parte posteriore della vettura divelta e scintille che sembravano fuochi d’artificio. Per colpa di quell’avventatezza, perse il mondiale, ma conquisto la gente per il suo stile di guida spericolato, per la sua geniale “follia” al volante.

 

E ricordo ancora meglio il suo duello con Arnoux nel Gp di Francia del 1979 (avevo solo quattro anni, quindi forse è uno dei miei primi ricordi in assoluto): Gilles sembrava un tarantolato , e il suo avversario non era da meno (la Renault fra l’altro viveva anni d’oro), e i due si sorpassarono fino a toccarsi più volte, fino a rischiare tutto, con mezzi che non avevano di certo le misure di sicurezza che hanno le auto moderne. Alla fine la spuntò Villeneuve, e quel duello viene ricordato ancora oggi come uno dei più appassionanti della Formula Uno di sempre.

 

Sopraggiunse poi la rivalità col suo compagno di squadra Pironì, e lo smacco di Imola, col sorpasso sleale di Didier, e poi il Gp successivo a Zolder, in Belgio, e la voglia di Gilles di riacciuffare l’antagonista, una voglia matta, incontrollabile, che lo spinge a tentare un giro eccezionale nella qualifiche: la sua Ferrari esce velocissima in curva, ma sulla stessa maledetta curva procede lentamente la March di Jochen Mass; è un attimo, un millesimo di secondo, un’incomprensione, il contatto è inevitabile, la March è un trampolino di lancio per Gilles, che vola con la sua Ferrari che si disintegra, e viene disarcionato, e il suo corpo si libra e volteggia fra le macerie, compiendo movimenti innaturali, per finire poi la sua corsa e la vita stessa a bordo pista.

Gilles muore l’otto maggio 1982. Avevo compiuto 7 anni da tre giorni, e da quel giorno non ho mai avuto dubbi: Gilles Villeneuve, vinse pochi Gran premi e nemmeno un mondiale, ma per me rimarrà per sempre il più grande pilota automobilistico di tutti i tempi; e un eroe nel senso romantico del termine, un eroe indimenticabile, che mi ha insegnato la follia, il coraggio, il desiderio di sognare.

“Non c’è alcun dubbio, Gilles era straordinariamente coraggioso. Era il più gran bastardo contro cui si potesse correre e che io abbia mai conosciuto, ma era assolutamente leale. Un pilota grandissimo” (Keke Rosberg)

 

Central Park

07 domenica Ott 2012

Posted by osteriacinematografo in Pensieri

≈ Lascia un commento

Tag

Prima del volo

Il Precipizio

In questi giorni, o forse è meglio dire in queste notti, sto leggendo un romanzo di Paul Auster, intitolato “Moon Palace”. Il romanzo narra la storia di un newyorkese, tale Marco Stanley Fogg, che, dopo la morte dello zio, inizia gradualmente a disinteressarsi della propria vita, a spogliarsi di tutto, persino di  se stesso, fino a sprofondare nell’inedia assoluta. Marco si mantiene vendendo i libri ereditati dallo zio, libri di cui si nutre intellettualmente, prima di disfarsene. Non appena termina di leggere e poi cedere gli ultimi volumi, il giovane lascia la propria abitazione, e finisce in strada. Il suo nuovo e improvvisato giaciglio si trova in un punto imprecisato di Central Park, dove trova un dolce e pacifico ristoro che lo isola e preserva dalla città e dagli uomini. In quel luogo tutto è diverso, se pur la metropoli pulsi e si snodi a ridosso del parco.

“Il parco divenne un rifugio, un ricovero nell’intimità a confronto con le stridenti pretese della strada … Per strada tutto è fisicità e confusione: piaccia o meno, non ci si può inoltrare senza aderire a un rigido canone di norme di comportamento … Se ci si attiene alle regole del gioco, di norma si viene ignorati. I newyorkesi che girano per le strade portano stesa sullo sguardo una particolare fissità vitrea, una forma naturale e forse necessaria di indifferenza nei confronti degli altri … L’aspetto, per esempio, non conta nulla. E’ al contrario della massima importanza il modo in cui ci si contiene sotto il vestito. Gesti imprevedibili di qualsiasi tipo vengono automaticamente considerati una minaccia … Per  contrasto, in Central Park la vita consentiva una gamma assai più ampia di variabili. Nessuno aveva niente da dire se uno si  stendeva sull’erba e si metteva a dormire in pieno giorno.”

La riflessione a cavallo fra parco e città prosegue ne “Il Precipizio”

Compenetrante Simbiosi Nordica

29 sabato Set 2012

Posted by osteriacinematografo in Pensieri

≈ Lascia un commento

Tag

Prima del volo

Il Precipizio

Ho visto un film di recente, “Il grande nord” del regista e avventurista francese Nicolas Vanier. E’ una sorta di documentario, una forma ibrida di cinema, a metà fra fiction e realtà. L’opera narra la storia vera di Norman Winther e della sua compagna Nebaska, un’indiana Nahanni: la coppia vive nello Yukon, una terra immersa nella natura selvaggia al confine fra Canada e Alaska. Norman è uno degli ultimi cacciatori in senso proprio, e interpreta se stesso, mostrando le meraviglie e le asprezze di una vita che sembra fuori dal tempo. E’ affascinante ed educativo  osservare due esseri umani in un contesto simile: il fuoco, la legna, il gelo, una capanna, due cavalli, una muta di cani, le continue perlustrazioni del territorio, la pace di lande lontanissime e incontaminate.

Il protagonista racconta se stesso, e nel descrivere il suo rapporto con l’ambiente utilizza un termine, un verbo, “compenetrarsi”, che mi ha colpito interiormente, attecchendo nelle profondità del mio essere d’osteria, fino a tambureggiare suoni primitivi che riecheggiano e mordono l’approccio inconscio delle mie riflessioni d’alba: si è rivelato come un verbo nuovo, rivoluzionario, tanto è antico e radicato nella memoria  collettiva dell’uomo inteso finalmente come specie animale.

La compenetrante simbiosi prosegue ne Il Precipizio

Arcobaleno turco sulle lande dei Basotho

24 lunedì Set 2012

Posted by osteriacinematografo in Pensieri

≈ Lascia un commento

Tag

Cronache e Storie d'Osteria

Cronache e Storie d’Osteria

 

Narra una strana storia che, alcuni anni or sono, due inseparabili amiche si trovassero ad Istanbul.  Pare che la Cacciatrice di taglie e Donna Maya vagassero tra le vie di un mercato turco, accecate dai sapori variopinti e dal caos di quel crocevia di spezie.

D’un tratto un refolo improvviso catturò l’attenzione della Cacciatrice, come un solletico, un pizzico, o il sentore di uno starnuto; la giovane donna seguì la brezza con lo sguardo, e quando questa si posò fra le sottili maglie di un banchetto policromo, intravide il luccichio di un foulard dispettoso: il fazzoletto dapprima oscillò con gesto di sfida, e poi sgusciò via, sull’invisibile scia dello zefiro, fra le mani e sul collo dell’ignara fanciulla.

Quell’alchimia di colori, quell’impalpabile velo dell’est, adornò il collo della ragazza negli anni a seguire, destreggiandosi con disinvolta levità fra la borsa di turno e la pelle delicata della Cacciatrice.

Le tinte del rosa, dell’arancio, del violetto, e l’allusione intermittente di filigrane dorate illuminarono il viso di lei e del suo futuro compagno di viaggio al sibilare del vento.

L’Atlantico, Lisbona e Cadiz, Granada e l’Andalusia, Las Alpujarras e la Isla del Viento, il monte Ida e i saliscendi cretesi, le dolomiti e la dorsale appenninica, il Pacifico, San Francisco ed L.A., Las Vegas e la Death Valley, l’infuocato Arizona, le bianche sabbie del New Mexico, Big Fish e lo Utah tutto, l’arcigno Colorado, i canyon profondi e le sconfinate pianure, il tufo e il verde di Scozia, il Paklenica e le sue derive allucinatorie, Pag e le sue disinibite sorelle, i venti gradi sotto lo zero del meridione polacco, e infine il bushveld africano e le sue praterie, l’arida savana, lo Swaziland e il calore della sua gente, l’oceano indiano e la Elephant Coast, fino alle aspre e selvagge alture del Lesotho, dove l’anziana e lo sciamano di una tribù di Basotho stregarono l’oste e la sua compagna con una pozione segreta. 

L’oste bevve l’intruglio che la vecchina gli porse, bevve senza pensare, e nella trance ipnotica la sciarpa volò via, fra rami spogli e fiori rosa, fra vacche marchiate a fuoco e piedi nudi di bambini che tuttora giocano e danzano col velo liso e sforacchiato di quell’oggetto prezioso.

L’amato fazzoletto adesso colora e ritaglia i visi di bimbi che sembrano un sogno, mentre le luci del tramonto si posano distrattamente sulle capanne di quella valle dimenticata. All’oste e alla cacciatrice non sembra vero d’esser stati lì, tanto quel giorno appartiene alla dimensione onirica, ma quella sciarpa vagabonda, così cara ai due, è rimasta in quella terra, forse per sua scelta, e lì si ferma, a raccontare il loro passaggio, la loro presenza, come un filamento ribelle e sfibrato della memoria.

La ratta di Gunter Grass (Il sogno, la fine, il ritorno di Oskar Mazerath)

01 mercoledì Ago 2012

Posted by osteriacinematografo in Pensieri

≈ Lascia un commento

Tag

Titoli di testa

Singolar tenzone

Il terzo capitolo

in cui si compiono miracoli, Hansel e Gretel vogliono urbanizzarsi, il nostro signor Mazerath dubita della Ragione, cinque amache sono occupate, il Terzo Programma deve tacere, a Stege ci sono i saldi e in Polonia la penuria, un’attrice del cinema viene canonizzata e i tacchini fanno storia.

La produzione vuol sapere cosa le tocca. Ma la Ratta che mi viene in sogno ha detto: Per i cartoni animati educativi e per tutto il resto era troppo tardi.

E’ quel che dico: niente.
Nel loro buco inciampano le parole.
Nient’altro che postille.

….

Da ultimo alcuni esemplari
della specie Uomo
tentarono di cominciare dall’inizio.

Da qualche parte verso la fine della stagione
fu disponibile a un buon prezzo
una ragione di speranza.

….

Pensammo che fosse uno scherzo,
quando a un tratto
il riso ci si spense.

Se non altro Dopo
nessuno più era affamato
globalmente.

Ma da ultimo molti uomini
avrebbero voluto ascoltare
Mozart ancora una volta.

Il sogno di Grass prende corpo in Singolar Tenzone

Nine months around the world

09 lunedì Lug 2012

Posted by osteriacinematografo in Pensieri

≈ Lascia un commento

Tag

Pensieri

After nine months of operation, the Innkeeper announces with delight and satisfaction that osteriacinematografo.com has been displayed for some thousand times in Argentina, Australia, Austria, Brazil, Bulgaria, Croatia, Cyprus, France, Germany, Greece, India, Indonesia, Italy, Japan, Lebanon, Luxembourg, Mexico, Mongolia, Netherlands, New Zealand, Norway, Paraguay, Philippines, Peru, Poland, Portugal, Romania, Russian Federation, Singapore, Slovakia, Slovenia, Spain, Sweden, Switzerland, Taiwan, Turkey, Uganda, Ukraine, United Arab Emirates, United Kingdom, United States, Venezuela.

And so, Thanks.

← Vecchi Post
Articoli più recenti →

Retrobottega d’Osteria

africa art blog Cronache e Storie d'Osteria dailyprompt dailyprompt-2067 Fermo Immagine Galleria Il Consiglio dell'Oste italy L'Oste deluso letteratura mare news Parole Pensieri photography Poesie Prima del volo senza-categoria Soundtrack Titoli di testa travel turismo Viaggi

Top Posts & Pages

  • Goncarov, Ivan Aleksandrovic
  • "Il tempo non è che il ruscello dove io vado a pesca"
  • I Grandi Classici

Sottoscala d’Osteria

ArchiviOsteria

AlmanaccOsteria

dicembre: 2025
L M M G V S D
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
293031  
« Giu    

Enter your email address to follow this blog and receive notifications of new posts by email.

Pagine

  • 6 DAYS IN NEW YORK
    • MOMA – Selezione d’Osteria
  • FilmOsteria
    • A SERIOUS MAN – Joel Coen, Ethan Coen
    • ALMANYA – Yasemin Samdereli
    • AVATAR – James Cameron
      • La maschera
    • BLADE RUNNER 2049 – DENIS VILLENEUVE
    • DARK SHADOWS – Tim Burton
    • DJANGO UNCHAINED – Quentin Tarantino
    • DOPO IL MATRIMONIO – Susanne Bier
    • E ORA DOVE ANDIAMO? – Nadine Labaki
    • HUGO CABRET – Martin Scorsese
      • Georges Meliès e la magia del cinematografo
    • HUNGER – Steve McQueen
      • 5 maggio 1981
    • IL CAVALIERE OSCURO – IL RITORNO – Christopher Nolan
    • IL GRANDE CAPO – Lars von Trier
    • L’AMORE CHE RESTA – Gus Van Sant
    • L’ARTE DI VINCERE (MONEYBALL) – Bennett Miller
    • LA PARTE DEGLI ANGELI – Ken Loach
    • LA PELLE CHE ABITO – Pedro Almodovar
    • LA TALPA (TINKER TAILOR SOLDIER SPY) – Tomas Alfredson
    • LE CENERI DI ANGELA – Alan Parker
    • MARIGOLD HOTEL – John Madden
    • MARILYN – Simon Curtis
    • MILLENNIUM – UOMINI CHE ODIANO LE DONNE – David Fincher
    • MIRACOLO A LE HAVRE – Aki Kaurismaki
    • PARADISO AMARO (THE DESCENDANTS) – Alexander Payne
    • PICCOLE BUGIE TRA AMICI – Guillaume Canet
    • REDACTED – Brian De Palma
      • Nemici immaginari – Dall’Iraq a Buzzati e ritorno
    • RUGGINE – Daniele Gaglianone
    • THE EDGE OF LOVE – John Maybury
    • THE HELP – Tate Taylor
      • Il fascino sottile dell’intolleranza
    • THE IRON LADY – Phyllida Lloyd
    • THIS MUST BE THE PLACE – Paolo Sorrentino
    • UNA SEPARAZIONE – Asghar Farhadi
    • VENTO DI PRIMAVERA – Rose Bosch
    • WARRIOR – Gavin O’Connor
  • I Grandi Classici
    • A history of violence
    • Amour
    • Casinò
    • Easy rider
    • Eyes wide shut
      • La tana del Bianconiglio
    • La città incantata
      • Paragone acrobatico con il mito di Orfeo ed Euridice
    • Schindler’s list
    • The artist
  • Il precipizio
    • Andy Kaufman – Man on the moon
    • Antonio Sampaolesi – Mio nonno, il mio idolo.
    • Caccia sadica
    • Central Park
    • Cigolante vetustà
    • Compenetrante Simbiosi Nordica
    • Cosmogonia d’Osteria
    • Crisi gravitazionale
    • Da Zachar a Wall-E in pilota automatico
    • E-voluzione
    • Effetto Domino
    • Follia o rivelazione?
    • Freccia rossa
    • Fuga d’ombre nel capanno
    • Generi cinematografici
    • I cantanti
    • Il pelo del pile
    • Il Visa
    • Inchiostro
    • L’Estetica del Toro
    • L’incontro
    • La chimica del mare
    • La fine 1.0
    • Magma dal retrobottega
    • Mezzosogno
    • Mine vaganti su Skyfall – L’altalena delle aspettative
      • Assenza di aspettative – Mine vaganti
      • Overdose di aspettative – Skyfall
    • Mostri alati
    • Nonna Jole
    • Nonno Dino e il bambino che è in me
    • Prima del tempo
    • puntofisso.com ovvero Il colloquio
    • Salomon
    • Sogni & Catapulte
    • Sotto/Sopra
    • Terza fase
    • The Nightmare before Christmas – Reloaded
    • Tuta alare
  • L’Atlante delle Nuvole
    • Brazil
      • Soldatini di plastica
    • Cloud atlas
      • Tutto è connesso – Odissea nella coscienza unificata
    • Faust
    • Melancholia
      • E d’improvviso Jung
    • Mulholland drive
    • Stay
    • The imaginarium of Doctor Parnassus
      • Oltre lo specchio
    • The lobster
    • The tree of life
  • Once upon a time
    • The Adam Show – Una favola moderna per bambini precoci
      • Atto I
      • Atto II
      • Atto III
      • Atto IV
      • Atto V
  • Photo buffet
    • Antelope Canyon
    • C’era una volta un ghiacciaio
    • Cattedrali nel deserto
    • Children of Lesotho
    • Cold beer
    • Duddingston Village
    • Evoluzione Alentejana
    • Grandpa riding
    • La isla del viento
    • Libera Sopravvivenza
    • Opi-Wan KenOpi
    • Pipò – Il Cane Guida
    • Satara – After lunch
    • Spanish patrol
    • Swazi Stand (Commerce and Laughters)
    • Un giorno al Pincio
    • Under the Golden Horn Metro Bridge – Istanbul
    • White Sands
    • Zabriskie Point – Sunrise
  • Portogallo on the road
  • Pubblicazioni
  • Singolar tenzone
    • 1883 – Epopea migratoria
    • Auster, Paul
      • Moon Palace
      • Viaggi nello scriptorium
    • Baudelaire, Charles
      • I fiori del male
    • Buzzati, Dino
      • Il deserto dei Tartari
    • Cicerone, Marco Tullio
      • L’amicizia
    • Consoli, Carmen
      • Sud est
    • Dalla, Lucio
      • Com’è profondo il mare
    • De Filippo, Edoardo
      • Cos’e nient
    • De Gregori, Francesco
      • Un guanto
    • Dickens, Charles
      • Il nostro comune amico
    • Fitzgerald, Francis Scott
      • Tenera è la notte
    • Flaubert, Gustav
      • Memorie di un pazzo
    • Genna, Giuseppe
      • Italia de profundis
    • Ginsberg, Allen
      • L’urlo
    • Goncarov, Ivan Aleksandrovic
      • Oblomov
    • Grass, Gunter
      • Il tamburo di latta
      • La ratta
    • Guerra, Tonino
      • I bu (I buoi)
    • Hesse, Herman
      • Il piacere dell’ozio
    • Jung, Carl Gustav
      • L’io e l’inconscio
    • Kristof, Agota
      • Trilogia della città di K. – La terza menzogna
    • Levi-Montalcini, Rita
      • Collana di Perle (Libera raccolta d’Osteria)
    • Lynch, David Keith
      • In acque profonde
    • Manzarek, Raymond Daniel
      • Light my fire – My life with Jim Morrison
    • Maugham, William Somerset
      • La luna e sei soldi
    • McCarthy, Cormac
      • Meridiano di sangue
      • Suttree
    • Morrison, James Douglas
      • Le poesie hanno i lupi dentro
      • Sono tornato
      • The crystal ship
    • Musil, Robert
      • L’uomo senza qualità
    • Nabokov, Vladimir
      • La vera storia di Sebastian Knight
      • Parla, ricordo
    • Paasilinna, Arto
      • Piccoli suicidi tra amici
    • Pessoa, Fernando
      • Il libro dell’inquietudine
    • Quasimodo, Salvatore
      • L’uomo e la poesia
    • Rimbaud, Arthur
      • Carreggiate
    • Salustri, Carlo Alberto
      • La cornacchia libberale
    • Schnitzler, Arthur
      • Doppio sogno
    • Steinbeck, John
      • Al Dio sconosciuto
      • Furore
      • La valle dell’Eden
    • Thomas, Dylan
      • Distesi sulla sabbia
    • Thoreau, Henry David
      • Walden ovvero vita nei boschi
  • Staff
  • The Program
  • Tolstoj
    • Anna Karénina
      • Scena di caccia
  • Vademecum

Blog su WordPress.com.

  • Abbonati Abbonato
    • osteriacinematografo
    • Unisciti ad altri 54 abbonati
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • osteriacinematografo
    • Abbonati Abbonato
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
 

Caricamento commenti...