Crisi gravitazionale

Dice: “C’è la crisi”.

E poi aggiunge: “E’ tutta colpa della crisi. Da quando c’è la crisi…”

Ora,

bisognerebbe riflettere attentamente sul fenomeno che ci affanniamo a definire “crisi”.

Forse, semplicimente, è la fine di un’epoca.

L’epoca dell’iperproduttività,

di cui si sancisce la “stagnazione” all’unìsono con il sovrappopolamento,

che farebbe pensare al fenomeno inverso, di iper-iper-produttività.

Ora si avvia l’epoca dei cantieri aperti, delle giacenze,

dell’implosione dei magazzini, dell’assenza di liquidità.

Il baratto è alle porte, la moneta al suo epilogo.

L’oro si fa largo fra le maglie dell’incertezza.

Questa non è crisi, questo è un sisma che conduce a un mondo diverso.

Il sole piega lo spazio tempo,

deforma la superficie dell’universo.

Quella piega attrae il nostro pianeta in senso gravitazionale, ne decide l’orbita.

Il funzionamento del cosmo è profondamente ironico, quasi fosse uno scherzo.

La forza di gravità può essere applicata alle idee?

E, se del caso, le idee producono una forza misurabile fisicamente?

Che l’idea delle crisi sia stata plasmata ad arte

per creare un’orbita concettuale che funga da specchietto per le allodole?

Forse la crisi è un escamotage prima, e un cuscinetto poi,

per attutire un impatto inevitabile.

L’impatto con la consapevolezza

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