E-voluzione

Homo ridens.
Ognuno col suo e-book.
Perdiamo anche la complicità manuale che si instaura coi libri.
La possibilità di sfogliare, toccare, scorrere
lungo un’interfaccia ancorata al passato romantico dell’uomo.
Smarriamo gli odori che ne scaturiscono, come insegna il cartaceo feticista.

Facciamo un e-tour,
una e-scursione e-nologica,
una gita nell’e-misfero australe,
non c’è più bisogno d’andare,
è tutto fatto in casa,
ma non sono le sigarette di My blueberry nights.
Sentirsi e-drunk senza un bicchiere, senza muovere un passo.
Tutto quanto si può fare per mezzo di una consolle.

Utilizzare metaforicamente un e-water,
mentre in realtà s’inizia a galleggiare,
mentre si perde ogni abilità,
sotto lo sguardo perplesso di uno Wall-e più umano degli umani.
Cassetti da vuotare con un click.
Il Barone Arkonnen è il futuro,
400 chili di carne sott’olio e pustole da curare
in un contesto immobile.

Ci sarà l’e-sex,
e ci si connetterà in multiplayer a un pod vertebrale in stile eXistenZ.

Il nostro migliore e-friend sarà un concetto proiettato intenzionalmente a
sdoppiare noi stessi.

E balleremo per ore, per giorni, seduti in poltrona,
dentro spazi comuni d’interconnessione noti come e-rave.
Si condivideranno sostanze propedeutiche a plastici prefabbricati di monti e
tendoni e baracchini in cui verremo proiettati come playmobil.

Disboscheremo tutto, ingabbieremo l’acqua e gli elementi.

La chiameremo E-voluzione

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