Certo che dici li saluto ci parlo li guardo
Si si sono qui a due passi ora li saluto Sono ombre in realtà
Dico loro qualcosa
Faccio il simpatico
Si li saluto li ho salutati
Una battuta forse due
Ci parlo
Li guardo
Però li guardo troppo?
Li sto guardando Si, sono ombre
Li fisso
Forse troppo
Li fisso troppo
Penseranno che non mi faccio i fatti miei
Penseranno che sono invadente Le ombre
L’inevitabilità del campo visivo
Riprendo a leggere
Ogni tanto butto l’occhio Ombre in attesa
Giro su me stesso
Non li guardo più
Basta
Non li guardo più
Mi isolo
Mi chiudo in me stesso
Guardo altrove
Fisso il sole
Mi rendo cieco per non vedere
Guardo Ovunque ma non lì
Penseranno che li ignoro
Che sono rozzo e poco interessante
Un bracciante analfabeta che finge di leggere per non interagire.
Il campo visivo inizia a battere a intermittenza
E’ un tic paranoico che non si ferma
Guardo Non Guardo
Tic Tac
Il punto è che vado via
E’ arrivato il furgone
Tic Tac
Faccio scaricare i 50 lcd 32pollici versione Ombra proprio in
riva alle mie percezioni ticchettanti
Tutto ticchetta
Uno per ogni ombra
Tic Tac
A questo punto me ne vado
Cammino sull’asfalto arso
Pesto passi incollati al catrame
Continuo a camminare
Le scarpe penetrano l’asfalto ormai
Alle mie spalle l’eco sorda dell’esplosione investe il circostante
Lo spostamento d’aria mi turba
Mi malmena come fossi ramo piegato dall’impetuosità del vento
Non mi spezza perchè ho scarpe ben piantate nell’asfalto
L’esplosione poi quasi mi risucchia
Ne osservo il bagliore dentro il dilatare degli sguardi attoniti che mi
trovo di fronte
La seconda ondata investe tutto
Gli sguardi si liquefanno
Tutto fonde
Ho l’asfalto alle ginocchia
Continuo a scendere
Evolvo in magma
Sono il nucleo fuso
Volteggio alla ricerca dello sfogo
Prima o poi troverò un’apertura
Riemergerò
Con in tasca gli Elementi
Per una nuova Creazione
Con Maria Gadu e Norah Jones in un dolce duetto di sottofondo