Mostri alati

Attraverso il ponte spazio-tempo,
il ponte mi ossessiona -in corsivo- a livello visivo.
Entro in una nebbia cinematografica, fluttuante,
che crea il distacco del fatto dal concepimento a senso unico.
Il surrealismo felliniano e l’iperrealismo mentale di Lynch
vanno a turbare,
deviandolo,
il flusso di liquido amniotico del Regime.
Ne esce un mostro.
Si, è un mostro alato e reazionario,
divora le coscienze
forse è Brazil,
forse è una chimera sotto forma di happy end che non si rivela tale.
Il Dittatore implode nella perdita di controllo.
(Ma Ecco! Forse ho preso il bersaglio grosso)
Il mostro, colui che destabilizza,
che tramuta l’evento in mero disorientamento,
il mostro,
ancor più terribile di Igor l’illuminato,
ancor più scaleno e sghignazzante
del medesimo assistente in bianco e nero,
s’incastona sottopelle, nelle carni,
come i vivi pod existenziali (sempre loro).
Solo che l’effetto è inverso.
E tutto è Vero. Improvvisamente Reale.

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