Atto III

The Adam Show

 

ATTO I    –    ATTO II

Senza Nome errò per giorni alla ricerca di un motivo, finchè  cadde stremata nella pevera dell’incoscienza e dello smarrimento di sè. La donna si abbandonò a un sonno profondo, narcotizzante, e fece strani sogni, popolati da creature incredibili.

Dioniso

 

Sognò un tale di nome Dioniso e le donne tebane senza Tebe, sognò il monte Citerone e l’eccidio dei figli di Niobe, sognò della Sfinge e di strani rituali, di un tirso agitato in onore dell’oscuro Signore del bosco, sognò un’eccitazione che montava senza controllo dalla linfa stessa dei viventi, sognò il Caos e la perdita di controllo, sognò le pareti della mente e le porte della percezione, sognò una notte incantata in cui la voce di Dioniso recitava versi in una lingua ignota.

Jim - Odierno Dioniso

 

Sognò di un pericolo ai confini della città, di lande deserte e della strada del Re, di miniere d’oro e dei loro segreti, di una diligenza blu, della pelle fredda e vecchia del serpente, della storia dell’uomo  dipinta sulle sue squame, sognò di cavalcare il rettile fino al lago antico.

Quando smise di sognare, Senza Nome si ridestò e riprese un cammino irregolare, estraniante. Realtà e allucinazione perdevano via via i loro connotati nello spazio condiviso della follia.

Cecrope

 

 

Un giorno, vagando lungo i confini sognati del regno, la donna si imbattè in una strano individuo, un serpente antropomorfo dalle capacità senzienti. “Ciao” – disse il serpente alla donna- “Sono il figlio di Cecrope. Il mio nome è Kaa per la metà rettile, e Morpheus per quella umana. Ma tutti nei paraggi mi chiamano Re Lucertola. Qual è il tuo nome?” “Il mio nome è Senza Nome” –rispose la donna- “è un piacere fare la tua conoscenza”.

 

Morpheus

 

 

Morpheus la guardò con sospetto, pensando che quella creatura tanto attraente volesse beffarsi di lui: il suo stupore non scaturiva tanto da quel nome curioso, poiché in passato ne aveva uditi di altrettanto bizzarri, quali Wong kar-Wai o Generosa Di Poppa, Zhang Ziyi o Miralem Pjanic, Peppe il Nano o Penelope Pizzo; in effetti, nessuno gli aveva mai detto prima che fosse un piacere conoscerlo, e Kaa non era avvezzo quanto Morpheus a simili lusinghe.

Dove Siamo

 

Pur tuttavia, i due nuovi amici parlarono del più e del meno, dei loro giorni beati, del prezzo al chilo dei prodotti di stagione, dell’altalena dello spread e delle liste elettorali, del sovrappopolamento e del riscaldamento globale, delle cicale a fine agosto e dell’inizio di una nuova era, di corsi e ricorsi storici e del legame imprescindibile fra le creature, di come la figura del pirata abbia perso fascino nei secoli, della confusione ingenerata in terra dalle miriadi di risvolti religiosi esistenti, dell’assassinio di Jesse James e di quello di John Lennon, della nuova socialità ispirata a un estremo e incauto individualismo, dei nuovi modelli di maschere e mantelli, dell’imminente ritorno dello Jedi e di altre allegre facezie, finchè il discorso non deviò drasticamente sul tabù dell’albero del sapere.

L'albero della conoscenza

 

L’uomo rettile iniziò infidamente a instillare un dubbio legittimo nella candida mente di Senza Nome: “Dovresti provare a mangiare uno di quei frutti proibiti” -suggerì sibilando- “poiché contengono la conoscenza del bene e del male, l’essenza della vita. Dovresti essere curiosa di sapere chi sei veramente, di intuire quali siano le tue reali inclinazioni, le tue potenzialità. Potrai così carpire l’essenza del bene e del male, e scegliere se agire in funzione dell’uno o dell’altro, se miscelare oppure ignorare i valori inscindibili di queste due forze uguali ma di segno opposto.

La donna lo fissava –disorientata- e un misto di fascino e spavento le solleticò la schiena.

 

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