L’io e l’inconscio

La nostra vita è la stessa che è sempre stata in eterno; è tutto fuor che effimera, nel senso nostro, perchè i medesimi processi fisiologici e psicologici propri dell’uomo da migliaia di anni durano tuttora e danno al sentimento interiore la profonda intuizione della “eterna” continuità di quel che vive. Ma il nostro Sè, quale compendio del nostro sistema vivente, non soltanto contiene il deposito e la somma di tutta la vita vissuta, ma è anche il punto di partenza, il terreno materno gravido di tutta la vita futura, il presentimento della quale è intimamente altrettanto chiaro quanto l’aspetto storico. Da questo fondamento psicologico proviene legittimamente l’idea dell’immortalità. 

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La Persona è un complicato sistema di relazioni fra la coscienza individuale e la società, una specie di maschera che serve da un lato a fare una determinata impressione sugli altri, dall’altro a nascondere la vera natura dell’individuo. Che quest’ultima funzione sia superflua pu affermarlo soltanto chi è talmente identico alla sua persona da non conoscere più se stesso, e che la prima non sia necessaria può immaginarlo solo chi ignori la vera natura dei suoi simili. La società esige, deve esigere, che ciascuno rappresenti il meglio possibile la sua parte. La società lo esige per misura di sicurezza; ciascuno deve stare al suo posto; l’uno è calzolaio, l’altro poeta. Non è previsto che sia l’una e l’altra cosa a un tempo.

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L’univocità dell’apparenza personale è in pratica una cosa importante perchè l’uomo medio, il solo che la società conosca, deve avere la testa a una cosa sola, per poter fare alcunchè di buono; due cose sarebbero troppe. Naturalmente nessuno, come individualità, potrebbe consumarsi tutto in tali esigenze; la costruzione di una personalità artificiale diventa quindi un’imprescindibile necessità. le pretese del decoro e del buon costume fanno il resto per motivare una confacente maschera. Dietro la maschera nasce poi la cosiddetta “vita privata”. Questa separazione, nota a sazietà, della coscienza in due figure spesso ridicolmente diverse è un’operazione psicologica radicale, che non può restare senza conseguenze per l’inconscio. 

La costruzione di una Persona collettivamente conveniente è una grave concessione al mondo esteriore, un vero sacrificio di Sè, che costringe l’Io a identificarsi addirittura con la Persona, tanto che c’è della gente che crede sul serio di essere ciò che rappresenta.

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