Doppio sogno

Nella sala di fronte, illuminata da una luce accecante, c’erano donne immobili, il capo, la fronte e il collo avvolti in veli scuri, mascherine nere di pizzo sul viso, ma per il resto completamente nude. Gli occhi di Fridolin erravano cupidi dalle formose alle snelle, dalle delicate alle splendide e fiorenti; e poichè ognuna di quelle figure nude restava pur sempre un segreto e dalle mascherine nere grandi occhi si volgevano raggianti verso di lui come il più insolubile degli enigmi, l’ineffabile piacere della vista gli si trasformava in un quasi insopportabile tormento di desiderio. Ma anche gli altri dovevano provare la stessa sensazione. I primi sospiri estasiati si mutarono in gemiti che sembravano originati da profondo dolore; da qualche parte si levò un grido; e improvvisamente, come se fossero inseguiti, i monaci lasciarono la sala in penombra non più vestiti delle loro tonache, ma in festosi abiti da cavalieri bianchi, gialli, azzurri, rossi e si precipitarono tutti verso le donne che li accolsero con risate furenti, quasi malvagie“.

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