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Archivi tag: Prima del volo

McCarthy, gli Apache, la guerra, il gioco, la morale, l’assoluto storico.

10 martedì Feb 2015

Posted by osteriacinematografo in McCarthy Cormac, Pensieri

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Parole, Prima del volo, Titoli di testa

L’essenza della tenzone in Singolar Tenzone

Contesto spazio-temporale:

nel cuore nero e fiorente del 19esimo secolo, da qualche parte al confine fra Stati Uniti e Messico.

 

“Sotto i soli abbacinanti di quei giorni i cavalieri divennero sempre più sparuti e macilenti, e i loro occhi incavati e bruciati parevano quelli di nottambuli sorpresi dal giorno. Rannicchiati sotto il cappello, sembravano fuggitivi in un ordine più grande, come essere dei quali il sole fosse affamato”.

Arizona

 “La guerra perdura nel tempo. La guerra c’è sempre stata. Prima che nascesse l’uomo, la guerra lo aspettava. Il mestiere per eccellenza attendeva il suo professionista per eccellenza. Così era e così sarà. Così e non diversamente.

La guerra racchiude in sé tutti gli altri mestieri.

Essa perdura perchè i giovani la amano e i vecchi la amano nei giovani. 

Gli uomini sono nati per giocare. Nient’altro. Tutti i bambini sanno che il gioco è più nobile del lavoro. Sanno anche che il valore o merito di un gioco non sta nel gioco stesso, ma piuttosto nel valore di ciò che è messo in gioco. I giochi d’azzardo richiedono una posta per avere un senso. I giochi sportivi coinvolgono l’abilità e la forza dei contendenti, e l’umiliazione della sconfitta e l’orgoglio della vittoria sono di per sé una posta sufficiente poiché pertengono al valore degli antagonisti e li definiscono.

Ma tutti i giochi aspirano alla condizione di guerra, perchè in essa la posta inghiotte gioco, giocatore, tutto quanto.

Supponiamo che due uomini giochino a carte non avendo da puntare niente se non la vita. Una carta viene girata. Per il giocatore l’intero universo si riversa fragorosamente in quell’istante, che gli dirà se gli tocca di morire per mano di quell’uomo o se toccherà a quell’uomo morire per mano sua.

 Spingere il gioco alla sua condizione estrema non ammette alcuna discussione concernente la nozione di fato.

 L’uomo che tiene in mano una particolare combinazione di carte è in forza di ciò rimosso dall’esistenza. Tale è la natura della guerra, in cui la posta in gioco è a un tempo il gioco stesso e l’autorità e la giustificazione.

Vista in questi termini, la guerra è la forma pi attendibile di divinazione. 

La guerra è il gioco per eccellenza perchè la guerra è in ultima analisi un’effrazione dell’unità dell’esistenza. La guerra è dio”.

Il duello

“La legge morale è un’invenzione dell’umanità per deprimere il forte a vantaggio del debole. La legge storica la sovverte di continuo. Nessuna verifica estrema potrà mai determinare se un punto di vista morale sia corretto o erroneo.

Di un uomo che cada morto in un duello non si penserà di conseguenza che abbia dimostrato di essere in errore riguardo al proprio punto di vista. Il suo stesso coinvolgimento in una prova del genere conferma l’esistenza di un punto di vista nuovo e più ampio.

La volontà dei protagonisti di tralasciare ulteriori dispute, considerandole futili come in effetti sono, e di appellarsi invece direttamente al tribunale dell’assoluto storico indica chiaramente di quale scarsa importanza siano le opinioni, e di quale grande importanza siano le divergenze al riguardo. 

Le decisioni sulla vita e sulla morte, su ciò che deve e che non deve essere, pongono in secondo piano qualunque questione di diritto. Dentro scelte di questa entità vengono sussunte tutte le scelte minori, morali, spirituali, naturali”.

Passo per il passo completo  di “Meridiano di sangue” di Cormack MacCarthy

 

 

“Mine vaganti” su “Skyfall” – L’altalena delle aspettative

19 lunedì Nov 2012

Posted by osteriacinematografo in Pensieri

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Prima del volo

Potrei definire l’aspettativa come la speranza che si ripone in qualcuno o qualcosa. Nel caso specifico, l’oggetto dei desideri è naturalmente il cinema, lo strumento che più di ogni altro realizza e incarna i sogni dell’epoca in cui viviamo.

La domanda che mi pongo in questa sede è la seguente: quanto e cosa eventualmente cambia nell’impatto con l’opera cinematografica, al mutare della predisposizione psicologica individuale?

Capita infatti di assumere gli atteggiamenti più disparati nel momento in cui ci si accinge a vedere un film, e tutto ciò può dipendere da numerosi fattori, legati alla sfera più intima dello spettatore, al grado di recettività del medesimo in determinate circostanze, al condizionamento che lo stesso può subire dall’esterno.

Tal mutevolezza può dipendere dallo stato d’animo personale, dalle opinioni fornite da amici e colleghi, dal bombardamento mediatico che l’individuo subisce a livello inconscio (l’individuo in quanto tale e in quanto membro di una collettività); può dipendere da una serie di valutazioni pregiudiziali attinenti il regista, il cast o la sceneggiatura di un’opera, da quanto dicono o scrivono alcuni critici cinematografici particolarmente autorevoli, o dal tempo che intercorre fra il momento in cui si inizia a desiderare un film e il momento in cui se ne prende visione.

Si può quindi assumere un atteggiamento diverso a seconda che si nutrano o meno aspettative; se non se ne nutrono affatto o se ne nutrono in misura minima, si può adottare un contegno sospettoso, una posa guardinga o comunque mantenere una diffidenza di base relativamente a un film: tale stato induce sovente il soggetto a procrastinare nel tempo o persino ad evitare la visione di un film. Ma quando il punto di attracco poggia su presupposti simili, caratterizzati da una scarsa propensione alla positività di giudizio, si possono verificare succulenti sorprese, assimilabili a piccole e luminose rivelazioni. E’sufficiente fidarsi e concedersi una tappa in ogni porto per uscire dall’omologazione concettuale del nostro tempo.

Al contrario, si può sviluppare un’aspettativa abnorme nei confronti di un’opera, fatto che spesso induce a sovrastimare in sede preliminare l’opera stessa, che poi soccombe al cospetto di quanto si è idealizzato nelle sublimi sfere dell’immaginazione, in cui passano in rassegna tutte le sfumature estatiche e potenziali  dell’arte. In tal caso aumenta esponenzialmente il rischio di amare delusioni, e d’altro canto la soddisfazione corrisponde a un rassicurante appagamento, alla conferma di quanto si pensava che fosse.

Può quindi accadere che le attese siano o meno confermate dai fatti, fenomeno che implica sentimenti di vasto assortimento, a cavallo fra sorpresa e delusione (la gamma compresa fra i due “valori” di riferimento è amplissima).

Analizzando il problema in termini concreti, l’alternanza emotiva in esame si è prodotta recentemente e in modo assolutamente casuale nella mente dell’Oste, grazie al contributo opposto di due film che non hanno nulla in comune fra loro: “Mine vaganti” e “Skyfall”. Tenterò di analizzare i due film utilizzando l’aspettativa come criterio di base; la sede di tal duplice analisi è collocata (o dovrebbe esserlo) nella biforcazione che si trova in fondo al corridoio delle mie brame.

ASSENZA DI ASPETTATIVE – MINE VAGANTI                                              OVERDOSE DI ASPETTATIVE – SKYFALL

Nonna Jole

08 giovedì Nov 2012

Posted by osteriacinematografo in Pensieri

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Prima del volo

A Luca, Marco, Matteo e alla loro famiglia

L’amicizia è una cosa seria, e, quando ne parlo, ne parlo in senso stretto e in termini estremamente severi. Ciò premesso, ho pochi amici, ma sono degli ottimi amici, che non faccio alcuna fatica a definire fratelli. Il fatto curioso è che, anche quando non li vedo, penso a loro come se fossero realmente miei fratelli, con tutte le implicazioni del caso. Luca è uno dei miei amici più cari, un vero compagno di giochi, avventure e pazzie da più di vent’anni, e probabilmente poche persone mi conoscono come mi conosce lui. E Nonna Jole è la nonna di Luca (e non solo).

Jole ha ospitato per anni me e tutti gli amici di Luca a casa sua, con pazienza, generosità e discrezione. Ci capitava di andare nella taverna di Jole soprattutto nelle serate invernali, quando il freddo si faceva sentire. Sono stati anni fantastici, anni leggeri, anni che non sarebbero stati gli stessi senza quel rifugio così caldo e accogliente, che ben rappresenta, a livello iconografico, la nostra vita di allora.

La storia nostra e di Nonna Jole prosegue lungo la via della memoria

The Nightmare before Christmas – Reloaded

26 venerdì Ott 2012

Posted by osteriacinematografo in Pensieri

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Prima del volo

Il Precipizio

 

Fuori.

Braccato, inseguito.

Sottobraccio e a tracolla,

vecchie valigie sgangherate.

E uno spago sfibrato a correre tutto intorno,

ad assicurare il carico e a consumare il sottile strato di pelle di palpebra,

come il forcipe di luce che appena nato mi accecò, tramutandomi in Willy l’Orbo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Dentro il bagaglio:

Schizzi Sgorbi Versi Frizzi e Lazzi

Una nota presa da ragazzino

Un’ampolla d’Inchiostro Blu

Le balle di Bloom

Kyashan, il mio alter ego androide

Le porte della percezione

La sposa cadavere

Il Santo Graal

Il fascicolo contenente la lettera i

L’ascensore aereo di Willy Wonka

Un tamburo di latta rossa

La pillola rossa, e quella blu.

Il 33 giri col sorriso amaro e dissolto di Jim

Un b-movie di Ed Wood

La paura di far paura a qualcuno, nelle notti complici e profonde

Un mangianastri color arancio

Una bottiglia di gazzosa GB

La sensazione che tutto vada bene

E alcune vecchie pellicole di famiglia, protette dalla coltre spessa e ingiallita del tempo.

 

Metto in Scena la mia fuga.

Io che rappresento uno sparuto drappello d’idee,

grazie a una strampalata ed arcana procura speciale.

Un Gilliamiano con tendenze al Burtonismo in pieno deserto rosso.

Scappo dall’anticamera di una lavanderia verde pisello che mi apparve in sogno.

E’ solo un sogno, è soltanto un sogno.                                                                  
Il Sogno Cinematografico e Citazionista prosegue in FilmOsteria

Central Park

07 domenica Ott 2012

Posted by osteriacinematografo in Pensieri

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Prima del volo

Il Precipizio

In questi giorni, o forse è meglio dire in queste notti, sto leggendo un romanzo di Paul Auster, intitolato “Moon Palace”. Il romanzo narra la storia di un newyorkese, tale Marco Stanley Fogg, che, dopo la morte dello zio, inizia gradualmente a disinteressarsi della propria vita, a spogliarsi di tutto, persino di  se stesso, fino a sprofondare nell’inedia assoluta. Marco si mantiene vendendo i libri ereditati dallo zio, libri di cui si nutre intellettualmente, prima di disfarsene. Non appena termina di leggere e poi cedere gli ultimi volumi, il giovane lascia la propria abitazione, e finisce in strada. Il suo nuovo e improvvisato giaciglio si trova in un punto imprecisato di Central Park, dove trova un dolce e pacifico ristoro che lo isola e preserva dalla città e dagli uomini. In quel luogo tutto è diverso, se pur la metropoli pulsi e si snodi a ridosso del parco.

“Il parco divenne un rifugio, un ricovero nell’intimità a confronto con le stridenti pretese della strada … Per strada tutto è fisicità e confusione: piaccia o meno, non ci si può inoltrare senza aderire a un rigido canone di norme di comportamento … Se ci si attiene alle regole del gioco, di norma si viene ignorati. I newyorkesi che girano per le strade portano stesa sullo sguardo una particolare fissità vitrea, una forma naturale e forse necessaria di indifferenza nei confronti degli altri … L’aspetto, per esempio, non conta nulla. E’ al contrario della massima importanza il modo in cui ci si contiene sotto il vestito. Gesti imprevedibili di qualsiasi tipo vengono automaticamente considerati una minaccia … Per  contrasto, in Central Park la vita consentiva una gamma assai più ampia di variabili. Nessuno aveva niente da dire se uno si  stendeva sull’erba e si metteva a dormire in pieno giorno.”

La riflessione a cavallo fra parco e città prosegue ne “Il Precipizio”

Compenetrante Simbiosi Nordica

29 sabato Set 2012

Posted by osteriacinematografo in Pensieri

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Prima del volo

Il Precipizio

Ho visto un film di recente, “Il grande nord” del regista e avventurista francese Nicolas Vanier. E’ una sorta di documentario, una forma ibrida di cinema, a metà fra fiction e realtà. L’opera narra la storia vera di Norman Winther e della sua compagna Nebaska, un’indiana Nahanni: la coppia vive nello Yukon, una terra immersa nella natura selvaggia al confine fra Canada e Alaska. Norman è uno degli ultimi cacciatori in senso proprio, e interpreta se stesso, mostrando le meraviglie e le asprezze di una vita che sembra fuori dal tempo. E’ affascinante ed educativo  osservare due esseri umani in un contesto simile: il fuoco, la legna, il gelo, una capanna, due cavalli, una muta di cani, le continue perlustrazioni del territorio, la pace di lande lontanissime e incontaminate.

Il protagonista racconta se stesso, e nel descrivere il suo rapporto con l’ambiente utilizza un termine, un verbo, “compenetrarsi”, che mi ha colpito interiormente, attecchendo nelle profondità del mio essere d’osteria, fino a tambureggiare suoni primitivi che riecheggiano e mordono l’approccio inconscio delle mie riflessioni d’alba: si è rivelato come un verbo nuovo, rivoluzionario, tanto è antico e radicato nella memoria  collettiva dell’uomo inteso finalmente come specie animale.

La compenetrante simbiosi prosegue ne Il Precipizio

Mezzosogno

03 venerdì Ago 2012

Posted by osteriacinematografo in Poesie

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Prima del volo

Il Precipizio

Alla Cacciatrice di taglie,
Musa Ispiratrice e Compagna di Viaggio

 

Mezzosogno al cloro.
Il mondo si disfa.
Un mondo bianco e tortuoso,
aggrovigliato su se stesso.
Un saliscendi di baracche evacuate.
Un’insegna al neon penzola al limitare della fantasia:
Ricerca o Fuga?
Ottenuto il diritto al transito onirico
grazie a un salvacondotto in fibra vegetale
(Guidaticum)
gli amanti vengono proiettati nell’indefinibile.
Lui è Sky Walker,
rozza guida del futuro,
esperto in lasciapassare.
Lei è Blade runner,
la cacciatrice di taglie,
specializzanda in lavori in pelle.

Il mezzosogno prosegue -mellifluo e gorgheggiante- ne “Il Precipizio”

Cosmogonia d’Osteria

25 venerdì Mag 2012

Posted by osteriacinematografo in Pensieri

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Prima del volo

Il Precipizio

L’uomo mi indispone.

Dice: “La terra trema dove non dovrebbe”.

Dice: “Mai vista un cosa del genere” (Lo dice continuamente).

Dice: “Quella costruzione stava lì da più di mille anni”.

Certo, mille anni rappresentano un tempo abbondante per la specie umana, ed è invece uno spazio piccolissimo per il pianeta, ancor più minuto per il cosmo.

L’uomo è arrogante, perchè parla del pianeta come fosse suo.

In realtà siamo noi ad appartenere al pianeta.

Il viaggio Osteria-Cosmo prosegue ne Il Precipizio

Da Zachar a Wall-E in pilota automatico

29 domenica Apr 2012

Posted by osteriacinematografo in Pensieri

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Prima del volo

Il Precipizio

Oblómov è un romanzo dello scrittore russo Ivan Aleksandrovic Goncarov, pubblicato nel 1859. Il celebre romanzo ha ispirato, nel 1979,  il film omonimo di Nikita Mikalkhov.

Oblomov possiede un villaggio di circa 300 anime, lasciate al loro destino, a numerose verste di distanza. Il signore vive ormai a Pietroburgo, lontano dalla campagna, col fido servitore Zachar, che incarna la prolunga ideale di uno stile di vita traslato in città.

Zachar infila persino i calzini ad Oblomov. Oblomov è apatico a tal punto da schivare anche l’amore e le sue “complicazioni”. In realtà Oblomov rappresenta una certa parte della borghesia russa, collocabile nel periodo antecedente il 1861, che per quanto interessa ora non è l’anno dell’unità d’Italia, ma quello dell’abolizione della servitù della gleba.

Oblomov non vive realmente, attende il proprio destino nell’ozio e nel compiacimento del medesimo; egli non è in grado di sopportare la minima pressione, di gestire il più semplice degli affari quotidiani, e si affanna soltanto per protrarre nella finzione e nel disincanto il suo sonno eterno.  Tutto si riduce a mangiare, bere e dormire.  Oblomov è puro e leale, ma è un contenitore vuoto che procede nell’inerzia e nell’indolenza universali; egli è il flaccido fardello che impedisce a se stesso ogni forma di reazione o evoluzione, e tenta di ricostruire le giornate che l’hanno visto crescere, in mezzo a scenografie e a dinamiche che vedevano montare l’ozio collettivo senza soluzione di continuità, fra un pranzo e l’altro, con l’unico pensiero di dare disposizioni per i nuovi ospiti in arrivo.

Il viaggio interstellare prosegue ne “Il precipizio”

Sogni & Catapulte

16 lunedì Apr 2012

Posted by osteriacinematografo in Poesie

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Prima del volo

Il Precipizio

Pomeriggio

Entri in macchina

Non è la tua

Apri Chiudi Sali Scendi

Metti la cintura Togli la cintura

Una pattuglia c’insegue

No, la pattuglia viene a bere

La pattuglia beve in servizio

Inseguiamo la pattuglia

Insegui la pattuglia ne Il Precipizio

 

puntofisso.com ovvero Il colloquio

27 martedì Mar 2012

Posted by osteriacinematografo in Pensieri

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Prima del volo

Il Precipizio

Nuove procedure di selezione umana!

In una piazza buia si gioca il destino delle migliori carni da macello.

Il pastore del futuro conduce se stesso alla mostra.

Un tavolo ovale accoglie i concorrenti.

Scarni accenni di sfida accendono la gara dei migliori tic della provincia.

Un repertorio sconfortante di gesti che mascherano la reciproca indifferenza.

La selezione prosegue imperterrita ne Il Precipizio

Generi cinematografici

13 lunedì Feb 2012

Posted by osteriacinematografo in film

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Prima del volo

A Gabriele, caro e fraterno amico

Accade sovente di scartare un film a priori, per via del genere sotto la cui egida viene collocato. E’ –questa- una scelta discutibile, perché il cinema dovrebbe essere una forma di comunicazione che utilizza un linguaggio universale, a prescindere dalla catalogazione delle sue singole, mutevoli estrinsecazioni. La qualità è un dato che percorre trasversalmente i generi, ed è pacifico che ci si possa imbattere in un buon thriller o in una pessima commedia. Ogni film è potenzialmente in grado di trasportare un concetto, di rendersi foriero di messaggi diretti o simbolici che trascendono la famiglia d’origine dell’opera.

Il genere non è una parola come può esserlo Alphonse o Barnaby, non è un movimento o una corrente artistica, non è una tendenza culturale o ideologica, ma si riduce a semplice aggettivo ornamentale, a fregio che parla dello stile ma non denota i contenuti intrinseci di un’opera.

La disamina prosegue in fondo al Precipizio

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  • 6 DAYS IN NEW YORK
    • MOMA – Selezione d’Osteria
  • FilmOsteria
    • A SERIOUS MAN – Joel Coen, Ethan Coen
    • ALMANYA – Yasemin Samdereli
    • AVATAR – James Cameron
      • La maschera
    • BLADE RUNNER 2049 – DENIS VILLENEUVE
    • DARK SHADOWS – Tim Burton
    • DJANGO UNCHAINED – Quentin Tarantino
    • DOPO IL MATRIMONIO – Susanne Bier
    • E ORA DOVE ANDIAMO? – Nadine Labaki
    • HUGO CABRET – Martin Scorsese
      • Georges Meliès e la magia del cinematografo
    • HUNGER – Steve McQueen
      • 5 maggio 1981
    • IL CAVALIERE OSCURO – IL RITORNO – Christopher Nolan
    • IL GRANDE CAPO – Lars von Trier
    • L’AMORE CHE RESTA – Gus Van Sant
    • L’ARTE DI VINCERE (MONEYBALL) – Bennett Miller
    • LA PARTE DEGLI ANGELI – Ken Loach
    • LA PELLE CHE ABITO – Pedro Almodovar
    • LA TALPA (TINKER TAILOR SOLDIER SPY) – Tomas Alfredson
    • LE CENERI DI ANGELA – Alan Parker
    • MARIGOLD HOTEL – John Madden
    • MARILYN – Simon Curtis
    • MILLENNIUM – UOMINI CHE ODIANO LE DONNE – David Fincher
    • MIRACOLO A LE HAVRE – Aki Kaurismaki
    • PARADISO AMARO (THE DESCENDANTS) – Alexander Payne
    • PICCOLE BUGIE TRA AMICI – Guillaume Canet
    • REDACTED – Brian De Palma
      • Nemici immaginari – Dall’Iraq a Buzzati e ritorno
    • RUGGINE – Daniele Gaglianone
    • THE EDGE OF LOVE – John Maybury
    • THE HELP – Tate Taylor
      • Il fascino sottile dell’intolleranza
    • THE IRON LADY – Phyllida Lloyd
    • THIS MUST BE THE PLACE – Paolo Sorrentino
    • UNA SEPARAZIONE – Asghar Farhadi
    • VENTO DI PRIMAVERA – Rose Bosch
    • WARRIOR – Gavin O’Connor
  • I Grandi Classici
    • A history of violence
    • Amour
    • Casinò
    • Easy rider
    • Eyes wide shut
      • La tana del Bianconiglio
    • La città incantata
      • Paragone acrobatico con il mito di Orfeo ed Euridice
    • Schindler’s list
    • The artist
  • Il precipizio
    • Andy Kaufman – Man on the moon
    • Antonio Sampaolesi – Mio nonno, il mio idolo.
    • Caccia sadica
    • Central Park
    • Cigolante vetustà
    • Compenetrante Simbiosi Nordica
    • Cosmogonia d’Osteria
    • Crisi gravitazionale
    • Da Zachar a Wall-E in pilota automatico
    • E-voluzione
    • Effetto Domino
    • Follia o rivelazione?
    • Freccia rossa
    • Fuga d’ombre nel capanno
    • Generi cinematografici
    • I cantanti
    • Il pelo del pile
    • Il Visa
    • Inchiostro
    • L’Estetica del Toro
    • L’incontro
    • La chimica del mare
    • La fine 1.0
    • Magma dal retrobottega
    • Mezzosogno
    • Mine vaganti su Skyfall – L’altalena delle aspettative
      • Assenza di aspettative – Mine vaganti
      • Overdose di aspettative – Skyfall
    • Mostri alati
    • Nonna Jole
    • Nonno Dino e il bambino che è in me
    • Prima del tempo
    • puntofisso.com ovvero Il colloquio
    • Salomon
    • Sogni & Catapulte
    • Sotto/Sopra
    • Terza fase
    • The Nightmare before Christmas – Reloaded
    • Tuta alare
  • L’Atlante delle Nuvole
    • Brazil
      • Soldatini di plastica
    • Cloud atlas
      • Tutto è connesso – Odissea nella coscienza unificata
    • Faust
    • Melancholia
      • E d’improvviso Jung
    • Mulholland drive
    • Stay
    • The imaginarium of Doctor Parnassus
      • Oltre lo specchio
    • The lobster
    • The tree of life
  • Once upon a time
    • The Adam Show – Una favola moderna per bambini precoci
      • Atto I
      • Atto II
      • Atto III
      • Atto IV
      • Atto V
  • Photo buffet
    • Antelope Canyon
    • C’era una volta un ghiacciaio
    • Cattedrali nel deserto
    • Children of Lesotho
    • Cold beer
    • Duddingston Village
    • Evoluzione Alentejana
    • Grandpa riding
    • La isla del viento
    • Libera Sopravvivenza
    • Opi-Wan KenOpi
    • Pipò – Il Cane Guida
    • Satara – After lunch
    • Spanish patrol
    • Swazi Stand (Commerce and Laughters)
    • Un giorno al Pincio
    • Under the Golden Horn Metro Bridge – Istanbul
    • White Sands
    • Zabriskie Point – Sunrise
  • Portogallo on the road
  • Pubblicazioni
  • Singolar tenzone
    • 1883 – Epopea migratoria
    • Auster, Paul
      • Moon Palace
      • Viaggi nello scriptorium
    • Baudelaire, Charles
      • I fiori del male
    • Buzzati, Dino
      • Il deserto dei Tartari
    • Cicerone, Marco Tullio
      • L’amicizia
    • Consoli, Carmen
      • Sud est
    • Dalla, Lucio
      • Com’è profondo il mare
    • De Filippo, Edoardo
      • Cos’e nient
    • De Gregori, Francesco
      • Un guanto
    • Dickens, Charles
      • Il nostro comune amico
    • Fitzgerald, Francis Scott
      • Tenera è la notte
    • Flaubert, Gustav
      • Memorie di un pazzo
    • Genna, Giuseppe
      • Italia de profundis
    • Ginsberg, Allen
      • L’urlo
    • Goncarov, Ivan Aleksandrovic
      • Oblomov
    • Grass, Gunter
      • Il tamburo di latta
      • La ratta
    • Guerra, Tonino
      • I bu (I buoi)
    • Hesse, Herman
      • Il piacere dell’ozio
    • Jung, Carl Gustav
      • L’io e l’inconscio
    • Kristof, Agota
      • Trilogia della città di K. – La terza menzogna
    • Levi-Montalcini, Rita
      • Collana di Perle (Libera raccolta d’Osteria)
    • Lynch, David Keith
      • In acque profonde
    • Manzarek, Raymond Daniel
      • Light my fire – My life with Jim Morrison
    • Maugham, William Somerset
      • La luna e sei soldi
    • McCarthy, Cormac
      • Meridiano di sangue
      • Suttree
    • Morrison, James Douglas
      • Le poesie hanno i lupi dentro
      • Sono tornato
      • The crystal ship
    • Musil, Robert
      • L’uomo senza qualità
    • Nabokov, Vladimir
      • La vera storia di Sebastian Knight
      • Parla, ricordo
    • Paasilinna, Arto
      • Piccoli suicidi tra amici
    • Pessoa, Fernando
      • Il libro dell’inquietudine
    • Quasimodo, Salvatore
      • L’uomo e la poesia
    • Rimbaud, Arthur
      • Carreggiate
    • Salustri, Carlo Alberto
      • La cornacchia libberale
    • Schnitzler, Arthur
      • Doppio sogno
    • Steinbeck, John
      • Al Dio sconosciuto
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      • La valle dell’Eden
    • Thomas, Dylan
      • Distesi sulla sabbia
    • Thoreau, Henry David
      • Walden ovvero vita nei boschi
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