A Luca, Marco, Matteo e alla loro famiglia
L’amicizia è una cosa seria, e, quando ne parlo, ne parlo in senso stretto e in termini estremamente severi. Ciò premesso, ho pochi amici, ma sono degli ottimi amici, che non faccio alcuna fatica a definire fratelli. Il fatto curioso è che, anche quando non li vedo, penso a loro come se fossero realmente miei fratelli, con tutte le implicazioni del caso. Luca è uno dei miei amici più cari, un vero compagno di giochi, avventure e pazzie da più di vent’anni, e probabilmente poche persone mi conoscono come mi conosce lui. E Nonna Jole è la nonna di Luca (e non solo).
Jole ha ospitato per anni me e tutti gli amici di Luca a casa sua, con pazienza, generosità e discrezione. Ci capitava di andare nella taverna di Jole soprattutto nelle serate invernali, quando il freddo si faceva sentire. Sono stati anni fantastici, anni leggeri, anni che non sarebbero stati gli stessi senza quel rifugio così caldo e accogliente, che ben rappresenta, a livello iconografico, la nostra vita di allora.
C’è un episodio in particolare che mi lega al ricordo della nonna di Luca. Quasi dieci anni fa mi laureai, e festeggiai tutto il giorno con Luca. Festeggiammo così tanto che la laurea non aveva più alcuna importanza. Non si sapeva più chi si fosse laureato, se lui, se io, se entrambi. Era diventato un fatto irrilevante. Quel giorno passammo a salutare anche Nonna Jole, e lei fu davvero felice, felice di quella nostra folle spensieratezza, di quel giorno in cui forse sintetizzammo la felicità. Giorni dopo, Luca e la sua famiglia mi concessero di festeggiare ufficialmente l’evento con tutti gli amici nella storica casa di campagna (nonchè residenza estiva di Jole). Fu una delle numerose e memorabili serate trascorse lassù.
I due luoghi che ho appena menzionato costituiscono da sempre, per il nostro denso e coeso drappello, due luoghi sacri, imprescindibili, anche soltanto per quanto riguarda l’ambientazione “postuma” dei momenti più belli trascorsi insieme. Infatti, come è vero che le cose avvengono per necessità, semplicemente perchè è necessario che le cose accadano, è altrettanto incontestabile che gli avvenimenti debbano anche essere necessariamente collocati nello spazio, e noi in tal senso siamo stati molto fortunati. Credetemi se vi dico, cari lettori, che la condivisione di cui abbiamo beneficiato negli anni non è cosa da poco, date la bellezza e la pace dei luoghi di cui Jole e sua sorella erano e saranno sempre l’intima essenza.
Non potevo lasciare andare questo momento così, senza fare o scrivere alcunchè, anche perchè questo pensiero, nella sua interezza, mi è letteralmente piovuto addosso (assieme a un accenno di temporale) alcuni giorni fa, mentre correvo, senza che potessi arginarlo o limitarne la portata. Gli impulsi che si presentano in tal modo, senza bussare e al culmine della lucidità, meritano attenzioni particolari e un punto di emersione privilegiato. E io avevo bisogno di fare in modo che questa fresca pioggia rievocativa fosse impressa qui, per tutto il tempo che sarà concesso alle mie parole.
La sintesi perfetta del concetto che intendo esprimere è un intenso, commosso ed affettuoso Grazie. Grazie per averci tenuto al caldo e al sicuro. Grazie per non averci mai fatto mancare nulla, anche a noi che non eravamo vostri nipoti, grazie per averci insegnato il rispetto, nella sua accezione più antica e romantica, in quella lettera che non posso dimenticare, una lettera in cui due signore d’altri tempi (Jole e sua sorella) diedero una bella lezione a dei ragazzini immaturi e un po’ stupidi, per ribadire, infine, il piacere di averli lì, a casa loro.
Spesso ricordo molto di più di quanto vorrei ricordare. In tal caso sono invece grato alla mia memoria per avermi reso senza sforzo questi dolci frammenti mnemonici su Jole, la nonna dei miei cari amici Luca, Marco e Matteo.
Spesso mi sono fermato a leggere i link da te lasciati sulla mia posta, alcuni interessanti, altri un pò meno, sempre che mi sia concesso esprimere la mia infinitesimale analisi ma, mai mi era capitato di essere così tanto trasportato dalle tue parole, scritte in un modo sincero, col cuore in mano, così intensamente coinvolte dalle emozioni, libere dalla dottrina imposta dal tuo ecosistema virtuale.
Riconoscenza, tanto rara…..
Un tributo magnificamente descritto ad una memoria tanto spensierata, per un amico di sempre, di conseguenza non potevo che, in maniera reverenziale togliermi il cappello.
Simone
Grazie Simone.
A volte bisogna lasciare andare l’istinto, altre volte invece è necessario studiare, elaborare, cancellare, riscrivere. Nel caso di “Nonna Jole” invece non c’è stato bisogno di alcuna sovrastruttura, di alcuna correzione, se non in minima misura e in relazione alla mera forma del testo, perchè questa è vita vera, e la vita vera sgorga senza controllo. Questa “umanità” non si dovrebbe mai arginare. Ma oggigiorno sembra difficile mettersi a nudo, mostrare il proprio volto con disinvoltura, perchè viviamo l’epoca della finzione e della perdita di Sè, un’epoca fredda e impersonale, un’epoca delegata e automatizzata.
E a volte mi stupisco dello stupore delle persone dinanzi alle mie “estrinsecazioni” legate più di altre alla sfera personale e dei ricordi, perchè comprendo che c’è stato insegnato a nascondere, a vivere un isolamento sociale e comunicativo fondamentale per i burattinai che manovrano il sistema, perchè tale isolamento nutre ed alimenta il sistema stesso. E così ci si stupisce spesso quando si legge qualcosa di talmente vero da risultare incontestabile, quando si avverte il tepore buono dei ricordi, quando si scorge la luce e il senso stesso dell’esistenza nei momenti condivisi con le persone che si amano, a qualunque titolo. Abbiamo il dovere di recuperare la nostra essenza, di provare a farlo per lo meno, di non aver paura di farlo, di trovare il coraggio, perchè null’altro al mondo conta di più. Mi hai fatto venire un’idea su qualcosa che scriverò un giorno di questi, il cui titolo sarà con ogni probabilità “Marionette”.
Post Scriptum: sarò poi costretto a riproporre ciò che tu hai magnificamente definito “ecosistema virtuale”. Le parole sono la mia passione, e le tue calzano alla perfezione il concetto che vanno a rivestire. Complimenti d’Osteria